Francesca Gugiatti. Chi è mai questa tizia? Una maestra in una scuola primaria e assessore nel Comune di Montagna in Valtellina (Sondrio), ma soprattutto una Sardina, anzi una sardina. E come tale, in questi giorni, la depositaria del verbo in persona.
Costei sarebbe praticamente l’unica testimone di un episodio di razzismo violento e dilagante che è avvenuto al pronto soccorso dell’ospedale di Sondrio: secondo la sua unica, vera e indiscutibile ricostruzione, una donna nigeriana sarebbe stata apostrofata dagli altri astanti di titoli irripetibili perché a causa della perdita della piccola figlia, avrebbe manifestato la propria tragedia in modo molto plateale.
- di fronte ad una tragedia come la perdita di un figlio bisogna solo togliersi il cappello, chinare il capo e stare zitti. Ogni commento è vomitevole
- sicuramente qualche imbecille in sala d’attesa avrà fatto un commento da imbecille quale è, risparmiandosi un’ottima occasione per stare zitto
- ma nessuno si chiede come mai venga dato tutto questo risalto mediatico ad una notizia che non ha uno straccio di prova?
L’occasione è troppo ghiotta: una sardina era lì e ha potuto testimoniare di persona che il mostro Salvini ha creato talmente tanto odio verso lo straniero che persino il dolore di una madre viene calpestato. Menomale ci sono le sardine di prodiana cultura a salvare l’Italia.
Però mi chiedo: questi pesciolini in scatola, come peraltro tutti quelli di quella cultura (anzi, kultura) hanno sempre un telefono in mano per poter documentare. E la nostra solerte assessore, che come tutti i bravi figli degli anni ’90 avrà avuto la testa china sul suo fido cellulare, non ha avuto modo di riprendere la scena? Mah… strano. Troppo strano.
E tutti gli altri testimoni? E i dipendenti dell’ospedale? Possibile che nessuno abbia visto o sentito nulla?
Come al solito, tranne noi e pochi altri, siamo davanti ad una stampa di regime.
Ad maiora!