Roberto Saviano sul Corriere della Sera disegna esercizi d’odio verso la famiglia.
Tratteggia il nucleo familiare come un’associazione a delinquere, si augura che nascano nuove forme di aggregazione.
Non “la famiglia” mafiosa, beninteso, e vi sarebbe da concordare in tal caso, ma proprio il nucleo familiare, quello inteso come cellula fondante la società.
Non lo dico io.
Lo dice la Costituzione-piu’-bella-del-mondo, precisamente all’articolo 29.
“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.”
Ci sarebbero fiumi di inchiostro da scrivere su come questo articolo ultimamente sia stato stravolto, ma tant’è. È lì.
Ma l’abitante di attici di New York non lo riconosce.
Anzi si augura che nuove forme di affezione si palesino per crescere le più giovani generazioni.
Anche le famiglie gay sotto attacco?
Nuove forme di organizzazione sociale vengono auspicate: forse saranno comunità sovietiche, ove i bambini siano educati dallo Stato? Perché in URSS si voleva destrutturare la famiglia, così come Platone teorizzava nella Repubblica.
Comuni giovanili dove i virgulti siano indottrinati e addestrati al New green deal?
Ragazzi venuti dal Brasile novelli cloni di Greta Thunberg?
Non è dato sapere.
Già, perché se i figli non devono nascere in seno ad una famiglia, dall’amore tra un uomo ed una donna, allora è evidente che non solo nuove forme sociali si impongano.
Ma anche nuove forme di generazione di uomini.
Uno scenario a dir poco inquietante.
L’articolo di Saviano
Saviano ripercorre la carriera di Maria Liccciardi detta la Piccirella sulle colonne del Corriere.
“Maria Licciardi è un boss vero. L’arte del comando di un cartello criminale l’ha appresa sul campo, osservando e sbagliando, dando ordini violentissimi e raccogliendo su di sé una pazienza trappista fatta di silenzio, abnegazione e profitto.”
“La famiglia è il mezzo e il fine del profitto, il sangue è la garanzia unica della fiducia. Fidati solo del tuo sangue è l’imperativo della «Piccerella» non perché il tuo sangue sia migliore di altri ma perché nessun rivale crederà mai al tradimento di un tuo parente e quindi sarà costretto ad esserti fedele.”
“E si è rimessa, come sempre, al servizio della famiglia, un’unità di potere che si estende da Santo Domingo alla Germania.”
“Quando mi chiedono quando finiranno le mafie rispondo quando finiranno le famiglie. Quando l’umanità troverà nuove forme d’organizzazione sociale, nuovi patti d’affetto, nuove dinamiche in cui crescere vite. Famiglie! Focolari chiusi; porte serrate; geloso possesso della felicità Vi detesto.”
Per distruggere la mafia quindi occorre smantellare la società nei suoi pilastri fondanti.
Una vera riorganizzazione della Società, scevra da vincoli di sangue, dalle tradizioni, dai valori, nuovi affetti.
Bimbi clonati e nati in uteri artificiali, per affrancarli dai legami verso i genitori o gli avi.
Figure genitoriali sostituite da professionisti indottrinati dell’educazione corretta. Politicamente corretta.
Un educazione siberiana.
Un incubo peggiore della mafia stessa, a ben vedere.
Neppure George Orwell aveva osato evocare un orrore simile.
O forse, molto più semplicemente, Saviano vede l’attenzione intorno a sé in calo, e quindi pubblica frasi provocatorie per cercare di catalizzare l’attenzione.
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