La campagna vaccinale non si arresta nemmeno dinanzi alle Ande.
Un uomo di 121 anni, solo e sperduto in un paese sul cocuzzolo delle Ande in Perù è stato raggiunto dall’Astra Zeneca.
Onestamente c’è da chiedersi perché, e se la sua età sia compatibile con il siero, o se fosse stato meglio lasciarlo in pace.
Marcellino Abad delle Ande
Si chiama Marcelino Abad, è un peruviano di 121 anni.
È stato vaccinato nella sua abitazione in un piccolo borgo sulle Ande, dove è conosciuto con il soprannome di “Mashico”.
Lo ha riferito il ministero della Salute del paese.
Nato nel 1900, Abad vive nella regione centrale di Hua’nuco, nel municipio di Chaglla e ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca.
Per raggiungere l’abitazione dell’uomo, la squadra di vaccinatori ha dovuto camminare per tre ore lungo strade rurali montuose.
Abad è uno dei 5 mila anziani vaccinati nella regione di Hua’nuco.
Le considerazioni sono del tutto ovvie.
Va bene la campagna vaccinale, va bene l’esempio.
Ma inoculare un siero ad un uomo di quell’età, che vive praticamente in eremitaggio vi pare accanimento.
Se sia poi terapeutico non possiamo nemmeno sostenerlo.
Auguriamo a Marcelino altri 121 anni di vita, ma onestamente quale aspettativa di vita può avere?
Quali i vantaggi rispetto ai rischi?
Con i suoi 121 anni Marcelino rischia di immolarsi per essere un simbolo, e di simboli si cibano i regimi.
Non ci piace questa notizia, non ci aggrada che si giochi così con la vita delle persone.
Se poi qualcosa dovesse andare storto si darà la colpa all’età, mai al vaccino.
Ma a 121 anni l’organismo è una macchina equilibrata nel suo disequilibrio, basta una sassolino per fermare l’ingranaggio. Andare a metterlo di proposito ci pare quantomeno inopportuno.
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