Schopenhauer in tempi di coronavirus è il filosofo perfetto. Il genio tedesco oltre ad essere stato il più grande pensatore della storia (dopo Luigi Di Maio ovviamente) ha vissuto un’esistenza da vero misantropo. Dei bipedes, i bipedi, come chiamava gli esseri umani, proprio non voleva saperne.
Tanto che al club dove mangiava ogni giorno pagava per due, così da essere certo che nessuno gli si sedesse accanto. In tempi di crisi di pagare per due non se ne parla, possiamo tuttavia, prendere spunto dal famoso Dilemma del Porcospino, per evitare il coronavirus. Eccolo:
“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, con il calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione. Così il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità, spinge gli uomini uno verso l’altro; le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l’uno lontano dall’altro“.
Stiamo in casa, in perfetto stile misantropico-schopenhaueriano, se proprio dobbiamo mettere il naso fuori facciamo come i porcospini del dilemma, poniamoci ad una moderata distanza reciproca, di almeno un metro. Schopenhauer ci salverà.
Chissà magari potremmo andare ancora oltre. In casa potrebbe essere un ottima idea spegnere quel maledetto aggeggio chiamato televisione, ed aprire quel meraviglioso aggeggio chiamato libro. Dal latino liber, essere liberi.
Nessun virus può insidiarsi nella mente di chi abbandona per un po’ questa valle di lacrime per tuffarsi nel flusso della vita contenuto in un buon libro.
Ciao coronavirus ciao.
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