Sciacalli, iene, animali noti per il loro comportamento abbietto. Si cibano di carogne, depredano e saccheggiano. È nella loro natura, ma comunque non stanno simpatici. Anzi.
Eppure, davanti a certi giornalisti e titolisti, anche gli sciacalli, anche le iene hanno uno straccio di etica. Di morale.
L’Ansa, niente di meno, scrive a caratteri belli grossi:
Morto un volontario del vaccino Astrazeneca in Brasile
e poi, andiamo a leggere dopo: che non aveva ancora ricevuto la dose.
Ecco, a me viene voglia di menare le mani, lo dico sinceramente. Sapete quante persone leggono interamente un articolo e quante invece si fermano alle prime parole del titolo? Ci rimarreste male.
Non basta un governo di improvvisati e di istigatori alla delazione, non basta una pandemia ben studiata e strutturata. Non basta nemmeno che la nazione si stia impoverendo. Ci si mettono pure i “colleghi” a creare caos. E non è la prima volta che lo denuncio.
E questo solo per qualche visualizzazione in più. Ma questa è prostituzione intellettuale vera e propria.
Ma come si fa solo a pensare di scrivere un articolo con un titolo del genere? Un povero tizio che si era iscritto al test vaccinale e che, pace all’anima sua, è spirato prima ancora da iniziare. E voi, avvoltoi, fate credere che sia morto a causa di un vaccino MAI FATTO!
È come scrivere: “prenota al ristorante e muore”. Prima cosa che si possa pensare è che al ristorante lo abbiano avvelenato. Poi, invece, scorrendo nell’articolo, vediamo che aveva sì fatto la prenotazione, ma è morto il giorno prima per altre cause. Ma intanto il ristorante in questione ci rimette in reputazione e la gente comincia ad aver paura ad andare al ristorante.
Quando leggo certe cose, mi viene subito la necessità di assumere subito un Plasil.
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