Lo scostamento di Bilancio è stato votato praticamente all’unanimità da tutto l’arco costituzionale.
La disponibilità di Berlusconi a votarlo è stata sposata anche da Fratelli d’Italia e Lega, mostrando una fragilità di base mascherata da unità.
Collaborazione avvelenata
Berlusconi da vecchio volpone stavolta si è riappropriato del ruolo di leader del centrodestra.
Come ai tempi del governo Letta (stai sereno) stupì tutti con il suo voto di fiducia, anche stavolta ha fintato una volontà di entrare nel governo e messo alle strette gli alleati di centrodestra.
Con l’offerta del suo voto sullo scostamento di bilancio e le sue dichiarazioni pro Mes ha di fatto mostrato le fragilità dell’asse Lega – Fratelli d’Italia.
Un patrimonio dilapidato
Un anno e mezzo fa l’Italia pendeva dalle labbra di Salvini.
Reduce da bagni di folla e forte di un consenso smisurato, si sentiva, giustamente, potente ed inattaccabile.
Poi la mossa di uscire dal governo con il M5S ed azioni sempre più scoordinate, hanno perplesso il suo elettorato.
Oggi appare la sua figura appannata, un mero ripetitore di slogan un po’ demodé, sinceramente stanco.
L’ombra bolsa che posta gattini, panini e dolci sui social, insieme alle foto di sua figlia e della nuova giovanissima compagna.
Figlia dell’impresentabile Denis Verdini.
Giorgia Meloni è invece in gran spolvero
Giorgia Meloni leader del centro destra?
Magari, ma purtroppo non succederà.
Paga il dazio di un partito troppo legato, come il PD, a retaggi del passato, di una dialettica politica ormai lontana.
Che solo chi non ha altre frecce al proprio arco ancora evoca, come i patetici antifascisti del 2020.
La Le Pen nostrana rimarrà legata a risultati, pur lusinghieri, che non le permetteranno di staccarsi da un’ottima e confortante minoranza.
Manca Berlusconi
Meno male che Silvio c’è. Ma non c’è realmente.
Troppo stanco e vecchio per proiettarsi a condottiero di elezioni per forza di cose lontane, non può che accontentarsi di sferrare ancora qualche zampata da vecchio leone.
Come quella di infilarsi come una lama incandescente in un governo che si dibatte tra discussioni e tentativi di rimpasto con il manuale Cencelli alla mano.
Nulla più.
Ma la sua azione ha disvelato in una volta la debolezza dell’esecutivo e dell’opposizione
Conte gongola, credendo di aver portato a casa un gran risultato.
Ma si sta scavando la fossa da solo.
Quello di ieri è sì il primo atto concreto di collaborazione tra governo e opposizioni sullo scostamento di Bilancio.
Ma è anche l’ennesimo episodio che mostra la poca tenuta di un governo senza né capo né coda, formato da mezze figure sacrificabili, che però stanno gestendo, in maniera a dir poco approssimativa, un’emergenza inaudita.
La Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza con 552 sì.
Sei gli astenuti e nessun voto contrario. Fi, Fdi e Lega hanno deciso di votare a favore insieme all’esecutivo.
Ma è anche un avviso di sfratto a favore di un governo di unità nazionale, altro che rimpasto.
Il BisConte finge di non capirlo, o forse non lo capisce realmente, ebbro di un potere cadutogli dal cielo quando si cercava una figura di mezza tacca da mettere lì a coprire le contraddizioni di due maggioranze, quella giallo verde prima e quella rosso gialla adesso, senza né capo né coda.
“E’ un ottimo segnale in questo momento di particolare difficoltà che sta attraversando il Paese”. ha commentato tronfio Giuseppe Conte.
“Tra le forze di opposizione prevale la via del dialogo e di un approccio costruttivo e per questo ringrazio, in particolare, quanti l’hanno voluta perseguire sin dall’inizio, con determinazione ma sempre nella chiarezza dei ruoli. Auspico che questo clima di confronto e di dialogo possa accompagnare anche i prossimi, delicati passaggi che dovremo affrontare per uscire da questo periodo di emergenza“.
Se ci crede lui..se ne è convinto..Sipario
Leggi anche: Debito: un mostro soffocante
www.facebook.com/adhocnewsitalia
Tweet di @adhoc_news
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT