Ci sarebbero molti modi per interpretare e filtrare quanto detto dal Ministro di Grazia e Giustizia On. Bonafede in un talk show molto seguito, ma forse le parole migliori escono quando la testa, china sulla tastiera percossa per scrivere, si alza e lo sguardo cade sulla libreria e precisamente sulla costola del manuale di diritto penale generale.
E forse solo così, con un sorriso amaro ripensando alle ore investite sui manuali, riuscirò ad essere più esaustivo.
Non è passata inosservata l’ultima dichiarazione del ministro che, in tema di prescrizione (ossia l’estinzione del reato a seguito di un determinato trascorrere di tempo), ha rassicurato i telespettatori affermando che se si è sotto processo per un reato diverso da quello di partenza (cd. derubricazione) i tempi di prescrizione saranno più brevi e si eviterà la gogna processuale. Se si fosse espresso così, tutto sommato, un 18 lo avrebbe strappato e forse alcuni Consigli dell’Ordine non avrebbero chiesto la sfiducia e le dimissioni del Ministro.
Tuttavia la favella non ha seguito il ragionamento, ed infatti ha dichiarato un più becero “Quando del reato non si riesce a dimostrare il dolo, diventa un reato colposo».
In pratica qualora non si riesca a dimostrare la volontà dietro ad un reato, questo diventa colposo. Amen.
Senza voler scomodare illustri giuristi pare di una gravità assoluta la dichiarazione del guardasigilli, sia da un punto di vista giuridico che logico.
Quel che atterrisce non è solo lo spregio di ogni regola processual-penalistica, ma anche accademica e forense, visto e considerato che il ministro è pure avvocato.
Viene da chiedersi come si possa configurare il furto colposo o perchè no, lo spaccio colposo. Viene da chiedersi come sia possibile che in uno slancio di semplificazione semantica abbia dimenticato cosa sia il dolo e cosa sia la colpa.
Al netto però delle polemiche sul singolo, viene da soffermarci ancora un po’ sulla costola del libro di diritto penale e chiedersi se tutto questo polverone sia stato alzato per sviare l’attenzione da una dannosa riforma della giustizia o sia effettivamente una mancanza dell’On. Bonafede.