“Sei di destra e non ti sposo” – Laura è rossa, Andrea è nero. Stendhal sarebbe contento e benedirebbe il matrimonio. Laura non è d’accordo però. Con buona pace della letteratura. Eh sì, perché lei è democratica, lotta per i diritti umani ma è ben più intollerante di Andrea. L’ex fascio cattivo. Sono sempre a destra i cattivi, non dimentichiamolo. Poi le peggiori nefandezze le fanno i sinistroidi, ma questi son dettagli.
I due piccioncini si conosco sul traghetto per la Sardegna, più che Eros lo zampino è lo mette Caronte. E si vede.
Lei di Vicenza, lui di Bologna. Si piacciono, si fidanzano, decidono di sposarsi. Del resto sono passati tre anni da primo bacio, si conoscono bene e si amano. Più o meno.
Sei mesi prima della cerimonia, mentre guardano vecchie foto di Andrea, viene fuori il suo passato. Ha militato a destra! Orrore! Un camerata, anche se ex, Laura non lo vuole. Meno male che l’amava.
Andrea le spiega che con la politica ha chiuso. Laura inizia a indagare sui trascorsi del suo futuro marito, niente, non solo di destra, ma pure estrema. A carico del neraccio anche una vecchia denuncia per omofobia. Un’aggressione a due ragazzi gay.
Andrea, l’intollerante fascistone, spiega alla democratica Laura che con quella storia non c’entra niente. «A quei due ragazzi non ho fatto niente, l’inchiesta a mio carico è stata archiviata». Sui vecchi camerati aggiunge «È roba di vent’anni fa, non li ho mai più visti». Dice la verità. Al commisario del popolo che si ritrova per fidanzata non basta neanche questo. Però.
Laura, nel pieno rispetto altrui, decide di piantarlo. Ma non gli dice niente. E il nostro Andrea continua i preparativi per il matrimonio.
La compagna si decide ad annunciare l’addio solo a una settimana dal giorno del fatidico “sì”. Lasciando Andrea come un bischero. Scrive anche una lettera allo sposo. Spiegando che, tra chi saluta col pugno chiuso e chi con il braccio teso, non ci può essere futuro. La decisione di emarginare il fascio risaliva a mesi prima. Il rispetto per gli altri…
Andrea si incazza, e c’ha pure ragione. Così la pensa anche il Tribunale di Vicenza. Laura non c’è, ma è bene che risarcisca con 30mila euro lo sposo non spostato. Non solo per rifondere le spese del matrimonio mancato. I giudici hanno riconosciuto all’uomo bolognese anche il danno per la perdita di chance.
La lettera scritta di pugno, a te che al pugno chiuso tieni così tanto da calpestare tutto, è costata cara.
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