Selvaggia Lucarelli – L’amore di mamma, si sa, non conosce confini. Se poi la mamma in questione riesce ad organizzare un teatrino goffo e rozzo col figlioletto dal nome cazzuto (Leon) per fare un po’ di scalpore giornalistico, tanto meglio.
La vicenda è che Leon (nei panni di sicario verbale) si porta al comizio di Salvini a Milano cercando di fargli saltare la mosca al naso con insulti buoni per un quindicenne. E di conseguenza un po’ vuoti per uno che di mestiere fa il politico.
La giornalista Selvaggia Lucarelli (tanta potenzialità inespressa) riprende la scena col telefonino, sperando in una reazione del leghista. Che magari avrebbe dato un po’ di lustro al minore, e tolto un po’ di polvere alla maggiore. Invece Salvini manco se ne accorge (in questo link il nostro articolo).
Succede, Selvaggia, mica sempre ti riesce tutto.
La cosa a cui dovevi pensare, però, è una piccola cosa chiamata Carta di Treviso che in qualche modo dà delle regole alla stampa, specialmente a tutela dei minori. Ed ecco che la buona Lucarelli è stata deferita dal consiglio dell’Ordine Lombardo dei Giornalisti al consiglio di disciplina territoriale. Questo perché ha reso possibile l’identificazione del figlioletto a mezzo stampa. Adesso un po’ meno cazzuto.
La provocazione era studiata bene: il sicarietto che provoca Salvini “Volevo ringraziarla per il suo governo omofobo e razzista“ e la super mamma/blogger/giornalista/bellona, armata di telefonino pronta a immortalare la reazione scomposta che, mannaggia, non c’è stata.
Insomma ci sta che a Selvaggia Lucarelli e al suo sicario figlioletto, sia andato di traverso il latte, proprio come nel film.
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