SENZA PUDORE
Dopo le elezioni rumene del 24 Novembre scorso il leader di estrema destra Calin Georgescu era in testa e avrebbe dovuto “giocarsi” il ballottaggio contro Elena Lasconi.
Il voto finale era previsto per l’8 Dicembre. I sondaggi erano tutti a senso unico in favore dello stesso Georgescu quotato oltre il 60%.
E cosa succede?
Accade che a due giorni dal voto la Corte Costituzionale annulla tutto a causa di ipotetiche influenze russe nel voto.
Colpo di stato? No, la chiamano Democrazia. Volutamente con la D maiuscola.
Certo, scappa da ridere. A crepapelle per giunta. In questo mondo al contrario accade anche questo.
In effetti era un candidato davvero scomodo questo Georgescu se consideriamo il suo programma politico spiegato in campagna elettorale
Difesa dei valori della famiglia tradizionale, promotore di un sistema economico e sociale a favore dei piccoli proprietari, sostenitore dell’indipendenza energetica e alimentare del proprio paese.
Posizioni pesanti soprattutto contro le multinazionali considerate pericolose per la conservazione dei piccoli stati
Come se non bastasse pure scettico nei confronti dell’Europa e della Nato, ha minimizzato tutta la narrazione dell’epidemia legata al COVID 19 e ha sostenuto anche la pericolosità del 5g sulla salute.
Gran finale: sostenitore di Trump.
Conseguenza: annullamento del voto.
Applausi
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