SETTEMBRE
Dal libro: là dove volano le farfalle
Una passeggiata in un viale tranquillo e una sosta in panchina, magari ad occhi chiusi per difendersi dal sole; improvviso il suono di una foglia secca trascinata dal vento sull’asfalto ed è subito settembre.
È la prima solitaria sentinella dell’estate che si allontana, quella foglia, e irrompe rumorosa, in un silenzio che sentiamo diverso e ostile: non cantano più le cicale, non volano calabroni. C’è un’aria sospesa, di tra- passo, e se non fosse per quella foglia vagante non ce ne saremmo accorti. La malinconia è la prima tentazione che ci nasce dentro, e per un po’ va anche bene di tenercela ; l’estate con i suoi colori, le sue dolcezze, le libertà che ci offre, ha ben diritto al nostro rimpianto. Ma non si indugi troppo, ci attendono altri piaceri, diverse e non meno suggestive giornate; tra poco le foglie gialle o rosse saranno tante a dare colori luminosi al viale della nostra passeggiata, e quando, con i primi brividi di freddo formeranno un tappeto dorato fra i tronchi degli alberi, noi avremo già ritrovato la gioia del fuoco nel caminetto, se ne possediamo uno, e ci sembrerà carezzevole e appagante indossare tessuti morbidi e caldi per lunghi mesi dimen- ticati.
Non so proprio perché ma decisi di andare a trovare Mirtilla. Mi sembrava che quella casa mi stesse aspettando da sempre.
Arrivai stanchissima alla casa di campagna di Mirtilla: era un posto da sogno, tra la natura, un mondo al di la della realtà.
A volerla cercare bisognerebbe viaggiare fra gli altopiani scozzesi, le scogliere Normanne, le valli fiorite della Provenza, fra i verdi prati irlandesi, tra le colline toscane e le baie dell’oceano.
Mirtilla era una ragazza strana o forse era solo diversa dalle altre persone, era una di quelle persone che non par- lava, che provava a stare accanto a tutti ma non a sé stessa, che aiutava tutti ma non si permetteva di chiedere aiuto e nessuno ha mai capito il perché, dentro di lei c’era di tutto: la rabbia, l’odio, l’amore, la tristezza, il sollievo, i pensieri, le parole, le melodie, il mare, l’oceano, il cielo di primavera, la poe- sia, la felicità, aveva di tutto ma nes- suno riusciva a vederlo, era un vulcano, aveva di tutto dentro, aveva l’universo ma nessuno lo sapeva. “Non cambiare mai.
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