Sgarbi: «Mi sono candidato per la mia Emilia-Romagna e per assumere la guida di Forza Italia. D’altronde se Berlusconi nomina dall’alto come erede Tajani che prende 50mila voti alle Europee vuol dire che c’è qualcosa che non va. Il leader si misura sul campo. Se prenderò i voti che penso di prendere non ci sarà più ragione di indicare delfini o trote. Le dico una cosa. Ieri, a Trento, mi ha fermato una ragazza di 28 anni e mi ha detto: “L’Italia dovete salvarla in tre: lei, Vittorio Feltri e Morgan”. Morgan peraltro vorrebbe fare il manager musicale di Berlusconi, portarlo a Sanremo e farlo cantare a X Factor».
Vittorio Sgarbi, capolista di Forza Italia alle regionali emiliano-romagnole a Bologna, Parma e Ferrara – la sua Ferrara – è incontenibile fin dall’arrivo nel piazzale del Savoia Hotel Regency, nel capoluogo felsineo, dov’è in programma la presentazione delle liste degli “azzurri”. Con lui c’è la senatrice Anna Maria Berini. Nello stesso albergo si sta svolgendo la prima edizione del “Concorso del Sacro Corano” organizzato dalla Confederazione Islamica Italiana.
Due fedeli di Allah avvicinano Sgarbi per salutarlo e lui prende in mano la situazione: «Il centrodestra vincerà in Emilia-Romagna. Lo dice anche il Corano. Voi siete musulmani moderati, e Salvini non è che dica cose sbagliate». Gli risponde Younes, montatura degli occhiali pesante, doppio petto Principe di Galles e cravatta regimental: «Assolutamente no, nel senso che nei termini da usare bisogna essere moderati. Ma nei concetti».
Sgarbi si fa dare una copia del libro sacro e comincia a sfogliarlo: «Altro che Bonaccini, il Corano a pagina 18 dice: “Come vuole Maometto vincerà il centrodestra: Sorelle d’ Italia, Fratelli d’ Italia, Lega islamica, Lega cristiana, Lega ebraica, Lega Salvini e Forza Italia. Si vincerà il 26 gennaio».
Allah dice anche che se vincerà Lucia Borgonzoni cadrà il governo?
«Certo: sarà così in nome di Dio misericordioso. I musulmani coi quali ho parlato mi hanno detto che Salvini piace un po’ anche a loro».
Berlusconi, che nel 2001 la nominò sottosegretario ai Beni culturali e nel 2018 le ha dato la possibilità di tornare in parlamento, ora le ha chiesto ancora di scendere in campo. Lei però gli vuole sottrarre la leadership
«No, non è così. Ne faccio una questione di buonsenso. Berlusconi ha un grandissimo passato ma per ragioni anagrafiche non ha un futuro politico lungo. A 83 anni non puoi stare sempre a contatto con la gente come invece faccio io che tre volte alla settimana riempio teatri con 1.500 persone: vengono per sentirmi parlare. Le cito una frase di Berthold Brecht».
«”Se vuoi diventare una guida devi dubitare delle guide”. Per troppo tempo in Forza Italia tutti sono stati ossequiosi nei confronti del capo. Ecco: io, Feltri e Morgan diciamo cose che gli altri non hanno il coraggio di dire».
Lei però è uscito da Forza Italia: a Montecitorio fa parte del gruppo misto
«È stata una scelta di natura personale. Nel 2018 Romani e Ghedini mi tolsero le firme necessarie a presentarmi alle elezioni con Rinascimento, il mio movimento. Allora ho fatto un patto federativo con Forza Italia. Però poi mi sono trovato isolato in parlamento e così ho aderito al Misto, senza alcuna polemica. Io non posso essere un membro di Forza Italia: posso esserne solo il capo».
Bonaccini ha nascosto il simbolo del Pd dalla sua campagna elettorale.
«Bonaccini, che è un mio amico, rinnega ciò che è, ossia un comunista».
Cosa pensa delle “sardine”?
«Sono una sottospecie delle trote. Prima in politica c’erano Gobetti e Gramsci, ora ci sono loro. Come alternativa alle “sardine” ho proposto le “metope”, capolavori che si trovano nei contrafforti del duomo di Modena».
In caso di successo del centrodestra le è stato chiesto di fare l’ assessore regionale alla Cultura?
«Ancora non ufficialmente, ma potrei farlo. Dopo la vittoria del 26 gennaio le Camere verranno sciolte e quindi il problema dell’ incompatibilità non ci sarà più. In ogni caso fare l’ assessore è molto meglio che fare il deputato».
Ci dica qualche capolavoro artistico dell’Emilia-Romagna poco valorizzato.
«Gli affreschi di Parmigianino a Fontanellato nella Rocca San Vitale, quelli di scuola giottesca riminese a San Pietro in Sylvis, opere sublimi».
La sua prima rissa verbale televisiva risale al 23 marzo ’89. Ospite del Maurizio Costanzo Show diede della «stronza» a un’ insegnante che l’apostrofò «asino poetico» dopo che lei commentò negativamente una sua poesia. Da allora quante querele ha preso?
«Sono il primatista mondiale: 670, e ho vinto 540 cause, prescrizione inclusa»
Alessandro Gonzato per “Libero Quotidiano”