Siamo equilibristi, non negazionisti. Perché non neghiamo che il virus ci sia ed abbia mietuto migliaia di vittime. Per questo rispettiamo le regole, indossiamo le mascherine e rispettiamo il distanziamento sociale. Ma al tempo stesso cerchiamo di interrogarci, senza farci sopraffare dal terrore che governa ormai i media e, soprattutto, senza invocare a gran voce un nuovo LOCKDOWN.
Siamo equilibristi perché riteniamo che ci sia una grande differenza fra morire di covid e morire con il covid. Siamo equilibristi perché guardiamo i numeri e le rispettive percentuali, e sulla base di questi ci poniamo delle domande.
Abbiamo paura come tutti, ma non solo di ammalarci di covid: abbiamo paura per l’economia di questo paese che rischia di non riprendersi più, per tutte le altre malattie che da mesi non vengono curate come dovrebbero, per i giovani ai quali neghiamo una giusta istruzione, per i danni psicologici che questa pandemia lascerà su tanti di noi, per le categorie più deboli che saranno sempre più deboli.
Noi non siamo negazionisti, noi non neghiamo l’esistenza del covid, noi rispettiamo le regole, ma ci interroghiamo.
Perché siamo certi che non morire non significhi sempre vivere. Siamo equilibristi che cercano di mantenere un pensiero lucido fra la follia di chi nega e la follia di chi auspica un nuovo LOCKDOWN.
Siamo equilibristi e siamo tanti, perdonateci se ancora non vogliamo cedere al terrore.
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