Paese – Siamo il Paese dei Balocchi. Dispiace dirlo. Ancora di più scriverlo, ma lo siamo per davvero. Il consiglio dei ministri ha varato da due giorni le disposizioni straordinarie per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 e già siamo di fronte alla prima anomalia tutta italiana.
Tra le misure straordinarie adottate, vi è anche il rinvio del referendum costituzionale confermativo del taglio dei parlamentari, previsto per il prossimo 29 marzo. Troppe incognite: la difficoltà di svolgere una campagna elettorale senza assembramenti di persone, la difficoltà nell’organizzazione dei seggi, i problemi nella gestione delle code alle urne, eccetera, eccetera.
8 marzo
Tutto giusto. Tutto bello. Tutto condivisibile. Se non fosse che domenica 8 marzo, dalle 7 alle 23, i residenti di 60 comuni umbri saranno chiamati alle urne, come se nulla fosse, per partecipare alle elezioni suppletive per l’assegnazione del seggio alla Camera dei Deputati lasciato libero da Donatella Tesei, da poco eletta governatrice.
Ma se il resto degli italiani, per tutelare la propria salute, non possono votare il prossimo 29 marzo, perché gli umbri possono farlo domani?
Umbria
Perché in Umbria saranno seguite sette piccole raccomandazioni: nei seggi dovrà essere rispettata la distanza minima di un metro tra i componenti; dovrà essere assicurato il ricambio di aria ogni 60 minuti; dovrà essere messo a disposizione degli elettori del liquido igienizzante per le mani; i votanti saranno fatti entrare all’interno del seggio uno alla volta; gli elettori in coda dovranno restare ad un metro di distanza tra loro; i rappresentanti di lista non potranno stare a meno di un metro di distanza dagli altri operatori del seggio; alla fine delle elezioni saranno sanificati tutti i locali.
Se il governo ritiene queste sette regole sufficienti per tutelare la salute dei cittadini umbri, perché non ha permesso lo svolgimento del referendum costituzionale con i medesimi accorgimenti? Gli umbri sono forse particolarmente immuni al contagio del nuovo Coronavirus?
La risposta è semplice: perché in Italia si chiudono le scuole, ma i bambini possono giocare insieme ai giardini pubblici. Perché in Italia si chiudono gli impianti sportivi, ma non le palestre. Perché, ci piaccia o no, siamo il Paese dei Balocchi.