Robert Mugabe è morto. Era un patriota ed un liberatore, ma anche un despota. Preso il timone del proprio paese, lo Zimbabwe, se ne ritenne il padre padrone. Mugabe era un vero self-made man, un uomo che era riuscito ad elevarsi dalla povertà grazie all’aiuto della missione gesuita locale, che aveva strutturato la lotta contro l’Apartheid nel proprio paese, quando i coloni bianchi si rifiutarono, di concedere i diritti civili alla stragrande maggioranza della popolazione di colore.
Raggiunta la carica di Primo Ministro nel 1980, arrivò alla Presidenza nel 1987.
Ereditava tra l’altro la guida di una delle colonie meglio gestite del continente con delle importanti infrastrutture ed un’economia stabile.
Ma come tutte le icone rivoluzionarie, spesso il condottiero non è un altrettanto capace un uomo di governo.
Differentemente da Nelson Mandela che tese la mano e puntò sulla riconciliazione nazionale, non seppe resistere al desiderio di vendetta. Perseguitò i proprietari terrieri bianchi senza neppure essere in grado di sostituirli, determinando il tracollo del settore agricolo.
Non felice di prendersela con i bianchi, perseguito’ anche tutti i neri di altre etnie che vivevano nel paese.
Il business del turismo finì, sponzorizzò in maniera superficiale ed inadeguata lo sfruttamento minerario del sottosuolo portando l’economia al tracollo e l’inflazione a livelli record. Si arrivò addirittura a non poter più emettere la moneta nazionale ed a far circolare solo valute straniere.
Mugabe perse il consenso popolare ed andò avanti truccando le lezioni per un po’ di tempo, fin quando non scelse di accordarsi con l’opposizione. E per pochi anni sembro’ riprendere una qualche autorevolezza.
In un ultimo tentativo di trattare il paese come una proprietà privata decise di interrompere la coabitazione, che gli aveva dato la parvenza di un ravvedimento da politico intelligente, per mettere sua moglie a capo del governo.
Gesto che ne segnò la fine della carriera politica e portò il paese sull’orlo della guerra civile.
Mugabe rappresenta l’ennesima occasione mancata di un paese pieno di risorse per poter essere un grande esempio di sviluppo.
La sua voglia di restare ad ogni costo ha fatto dimenticare tutto il bene che c’era nella sua figura.