Solitudine e fascino degli “zero virgola”
Intelligenza grossa e fine
Le ultime elezioni regionali in Sardegna hanno insegnato che si vince o si perde anche per una manciata di voti. E questo non bisogna dimenticarlo mai.
Le corazzate, a volte, hanno bisogno anche delle piccole navi degli incursori.
Ma al di là del valore numerico e matematico, visto che i voti alla fine si contano, in questo articolo vorremmo fare l’apologia della necessità politica degli “zero virgola”.
A volte movimenti, partiti, liste conteggiati come “zero virgola” valgono oltre il mero conteggio statistico. Se spesso sono il classico “rifugio dei peccatori politici” ovvero dei trasformisti, dei fuggitivi, dei vendicativi e di tutto un po’, altre sono la memoria e la coscienza di un’identità e di una progettualità che nell’ottica dei grandi numeri rischia di sfuggire.
Il grande filosofo Pascal, parlava di intelligenza “grossa” e “fine”. E quella “grossa” non arriva laddove invece penetra l’altra, quella “fine”. Fuor di metafora filosofica, i partiti più robusti, dalla grande massa di manovra, hanno un compito fondamentale per reggere coalizioni e governi, ma, a volte, sfugge loro il dettaglio politico, che non sempre è insignificante.
L’antidoto all’astensionismo e la via maestra degli ambiti sensibili
Sempre più nel panorama politico italiano, che vira esponenzialmente verso stagioni dall’astensionismo record, occorre recuperare e motivare elettrici ed elettori su temi sensibili specifici, attraverso un’articolazione culturale, programmatica e progettuale più motivazionale che propagandistica. In alcuni ambiti del panorama italiano è possibile un inserimento proficuo della politica a condizione di passare dalla via maestra e non prendere la scorciatoia del mero consenso elettorale periodico volta per volta.
A nostra parere, alcuni degli “ambiti sensibili” sono: la difesa delle frontiere della vita entro un disegno che marchi concretamente il primato della persona e delle comunità “crescenti” a partire dalla famiglia; ridefinizione della salute e dell’assistenza alla persona come tema umanistico e non solo tecnico ed economicistico; costituente per una scuola della famiglia, delle comunità e delle libertà che ribalti l’attuale filosofia statalista, quasi napoleonica; superamento di due opposte negatività in economia (capitalismo deregolato e statalismo ideologico) per tornare alle basi più illuminate dell’antropologia cristiana secondo cui non è l’uomo per il lavoro,ma il lavoro per l’uomo.
Dal diritto di tribuna alla competizione sul campo principale
La nostra convinzione è che su questi temi gli spazi di manovra politica siano equivalenti ad una vera e propria prateria. Ciò che potrà pagare in merito non sarà il tam tam mediatico e il leaderismo fine a se stesso, ma la forza delle idee, la coerenza etica, il coraggio profetico abbinato alla lucidità strategica. L’obiettivo, si mettano l’animo in pace coloro che pensano che questi “gruppi” si accontentino di un semplice diritto di tribuna, è molto più ambizioso e si chiama competizione politica nel campo principale.
Ecco spiegata quella che è, contemporaneamente, la solitudine ed il fascino degli “zero virgola”.
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