Essere a favore dell’Europa non significa accettare qualunque Europa. Non si possono sempre etichettare tutti i partiti e tutti leader che mettono in discussione la volontà di Bruxelles come demagoghi, populisti, dittatoriali o pericolosi.
Le istituzioni europee non rappresentano la voce di DIO sulla terra.
Un concetto alla base della democrazia liberale è che le istituzioni si rispettano. Ma si possono, anzi si debbono mettere in discussione. L’operato delle istituzioni deve poter essere sempre messo in discussione dai cittadini.
Le istituzioni che non si discutono sono quelle delle dittature
L’incipit del documento accusa l’Europa di diventare uno strumento di forze radicali che vogliono realizzare una trasformazione culturale e religiosa per costituire un superstato europeo che cancelli le tradizioni. Si vuole per questo lanciare un’accusa di complottismo?
Non vogliamo guardare piuttosto in faccia la realtà e renderci conto che il primo vulnus delle istituzioni europee risiede nel fatto di non essere elette direttamente dai cittadini?
Il documento prende atto in maniera giuridicamente corretta del fatto che l’Unione Europea è un trattato seguito da una lunga serie di altri trattati tra nazioni sovrane. Non è ad oggi una nazione questa Europa.
Se vogliamo seguire l’esempio degli Stati Uniti, dobbiamo per forza di cose trovare il modo di bilanciare i diritti dei singoli stati con i diritti della federazione. Ma non ci può essere una federazione fin quando non ci saranno istituzioni democratiche in questo senso. Fin quando i suoi organi non saranno legittimati dai cittadini.
Non c’è nulla di irresponsabile in quello che hanno fatto Salvini e la Meloni. Perché negli Stati Uniti d’America un documento del genere lo sottoscriverebbero gran parte dei democratici e la quasi totalità dei repubblicani.
Quanti amministratori locali accusano i politici di Washington di voler distruggere le tradizioni locali degli stati?
La differenza risiede però sempre nel fatto che i politici di Washington sono eletti.
E comunque a quasi 250 anni dalla loro indipendenza, gli americani tutt’ora difendono i diritti dei singoli stati, nei riguardi degli accessi della federazione.
Spaventa il fatto che nel documento si propongano politiche di sostegno alla famiglia invece del ricorso all’immigrazione per invertire il calo demografico? E non è una proposta intellettualmente coerente?
Quale altro continente al mondo apre a flussi indiscriminati di immigrati per far fronte ad un eventuale crisi demografica?
La Cina ha addirittura abolito il limite per i figli
Essere responsabili non significa essere privi di opinioni dissenzienti e che le istituzioni europee saranno spesso criticate soprattutto dove vanno a parlare di tematiche che toccano la sensibilità e la morale dei popoli, soprattutto perché prive di un mandato diretto dagli elettori.
Perché dovremmo accettare dogmaticamente e a priori tutto quello che viene dall’Europa quando l’Europa non si preoccupa di quello che veramente dovrebbe fare una federazione? Non c’è una politica estera comune. Ad ogni crisi internazionale l’Europa nei fatti si disintegra.
La Nato è il patto che difende l’Europa, ma l’Europa non ha mai pensato di contribuire con una difesa seria comunitaria. Ed anche le politiche monetarie spesso sono state mal gestite a causa delle pressioni di alcuni paesi a scapito di altri.
Una grande federazione deve essere confermata da istituzioni democratiche, deve riconoscere a quegli stati che la compongono delle prerogative inalienabili.
Differentemente dal continente americano l’Europa è carica di sovrastrutture e complicazioni legate alla storia, che però non possono essere accantonate ed ignorate.
Il documento finisce con una frase emblematica: Riformiamo insieme l’unione per il futuro dell’Europa!
Sembra un responsabile mettersi a disposizione per creare qualcosa, non un atteggiamento di antieuropeismo a priori.
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