Spacciatori di reddito. Spacciatori di una dipendenza micidiale. Ossia il bisogno di avere bisogno. Non c’è niente di dignitoso, di caritatevole, né di pedagogico nel non affrancare una persona dal bisogno.
Nel dargli senza insegnare a procurarsi di diventare autosufficiente . È doveroso aiutare chi si trova in difficoltà. Ma soprattutto è doveroso riportare una dignità a chi è in difficoltà .
Basta ipocrisia
Il reddito di cittadinanza, è sacrosanto e civile solo ed esclusivamente quando si trasforma in uno strumento per inserire una persona nel mondo del lavoro.
Esattamente come fanno in Germania. Prendere un uomo in difficoltà. Formarlo, ridargli la dignità. Riabilitare. Perché non si riabilita soltanto un detenuto. Si riabilita anche chi è disperato. Si riabilitante chi è in difficoltà. Riabilitare significa ridare la dignità.
E ridare la dignità è anche ridare una posizione sociale, un ruolo attivo nella società. Non soltanto a chi lo ha perduto, ma soprattutto a chi non ha mai saputo trovarlo.
Non c’è alcuna dignità nel vivere di assistenza. Non c’è alcuna giustizia sociale in una società che crea dipendenza. Non c’è alcuna bontà, nel somministrare l’assistenzialismo come una droga. Una società ha il dovere di consentire ad un uomo di rimettersi in piedi . Di non dipendere dagli altri permanentemente. Di essere libero. Ed una classe politica veramente degna di questo nome dovrebbe mirare soprattutto, a non sperare che i poveri restino poveri. Magari per farne un serbatoio di voti clientelare. Ma dovresti mirare veramente ad affrancarli dal bisogno ed a farli diventare benestanti in un paese dove vige il benessere, come regola.
Insegniamo a pescare
Ronald Reagan aveva una profonda coscienza sociale. Perché era stato veramente povero da giovane. La caricatura del capitalista cattivo che voleva far morire di fame ai bambini poveri, può essere propinata solo a un pubblico di imbecilli.
Ronald Reagan era un uomo con una profonda dedizione agli ultimi e a chi soffriva. Ma sapeva benissimo, perché lo aveva vissuto in prima persona, che il successo del singolo può fare bene alla società. Sapeva da studente che aveva dovuto vivere di borse di studio, che i sussidi debbono essere finalizzati ad affrancare la persona dal bisogno. Ecco perché continuare a ripetere che ad un affamato non si dà un pesce, gli si insegna a pescare. Perché l’autonomia è dignità, è indipendenza, è libertà..
Il governo ha fatto benissimo, in questo caso. Se va mantenuto un reddito sia destinato a formare. Sia destinato ad inserire nel mondo del lavoro. Non diamo i soldi a nessuno per stare a casa. Non insegniamo a nessuno a dare quell’assegno per scontato.
Insegniamo a pescare. Ridiamo dignità. Rendiamo queste persone fiere di poter tornare a far parte del tessuto produttivo del paese.
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