Non ne posso più: sono disgustato, amareggiato e parecchio incazzato (per dirla con Sgarbi).
Non è possibile che l’Italia si stia autocoprendo di ridicolo e di vergogna in questa maniera. Voglio tralasciare i fatti di cronaca nera, dove ogni singolo giorno un migrante, una risorsa, un profugo (tutte stronzate! UN CLANDESTINO) pesta un poliziotto, stupra una donna, spaccia eroina, rapina e chi più ne ha più ne metta.
Mi sono rotto le palle di noi italianI. Anzi di loro italiani. Quelli con la maglietta rossa e il conto corrente in Svizzera. Quelli che Salvini è un razzista, che la Meloni è una fascista ma hanno l’attico a Manhattan. Quelli che ti devono sempre e comunque fare la morale e se non la pensi come loro sei una persona degna di insulti. Che loro si possono permettere di sparare.
Gente come Asia Argento che prima limona con un rottweiler e poi al gay-pride con Wladimiro Guadagno (al secolo Vladimir Luxuria) che qualcuno è stato anche così impavido da farlo/la diventare parlamentare. E poi, la piccola tenera Asia viene a fare la santerellina perché Weinstein l’ha trombata bene bene. E come lei mille altre. Ma fammi il piacere! Che poi, a pensarci bene, la cosa che fa più scandalo dell’ultimo gay-pride è un bacio etero tra un uomo (Wladimiro) e una donna (Asia).
Ma poi che palle anche il gay-pride. Ormai basta, si è capito: c’è la parità. Evviva e benvenuti nel nuovo millennio. Onestamente se io fossi gay, mi vergognerei come un disgraziato a farmi rappresentare da certe persone, dall’ostentazione ostinata, eccessiva e smodata delle mie preferenze sessuali. Poi, a questo punto, vogliamo fare anche l’etero-pride, i mamma-pride, i traslocatori-pride? Magari non facciamo i politico-pride, perché è la volta buona che emigro.
Una volta noi italiani eravamo un popolo orgoglioso e fiero. Rispettoso della nostra storia e dei nostri valori morali. Ora invece copriamo con il nastro da pacchi i crocifissi perché potrebbero urtare i non cattolici.
Ma del resto siamo sempre il popolo che guarda il Grande Bordello (pardon, Fratello), di cosa vogliamo meravigliarci?
VERGOGNAMOCI!