Stai sereno Renzi, tutti passano

matteo renzi

Stai sereno Renzi , tutti passano

Matteo Renzi è disposto a tornare a  sinistra .Ovviamente l’uomo del centro, l’uomo capace anche di guardare a destra, ora che è alle corde, riscopre un’anima di sinistra.

Non fa notizia

Nessuno, dotato di raziocinio e senso del reale, può attribuire a Matteo Renzi altra anima che l’attaccamento incondizionato e devoto al potere. Su quello da  solidissime garanzie di affidabilità inoppugnabili.

Ma dove volevate che andasse?

La più bella critica da sinistra a questa operazione l’ha fatto Massimo Cacciari intervistato a La 7. “Il problema qui è che, a forza di ‘primum vivere’, non si filosofeggia mai, cioè non si ragiona e non si pensa mai alla politica. Questa è la verità”. Sottolineando chiaramente il fatto che la questione qui non è assolutamente cercare di portare avanti un ragionamento politico, nell’interesse ad esempio di creare in questo campo largo una nicchia per i moderati.

Una nicchia, magari essenziale, che  porti questa alleanza eterogenea eventualmente a mitigare anche quell’ inquietante estremismo su tematiche come il politicamente corretto, l’immigrazione considerata buona tot court e l’ integralismo green.

Qui la questione è rimane a galla.

Non sono mancate da parte di Cacciari le critiche più dure all’operazione renziana.

“Renzi vuole ricostruire il campo largo? Diciamo la verità: Renzi dove volete che vada? È chiaro che, dopo la batosta che ha preso e il tentativo di centro largo con Calenda, l’unica possibilità per lui è tornare a vedere di influire nel Pd e di avere in quel partito una posizione, nell’eventualità di una successiva coalizione coi 5 Stelle. Ma dove volete che vada? È una questione di necessità, ‘primum vivere’“.

Persino  Il Riformista vede i limiti di questa operazione

Persino quello che passa, a torto, per un apologeta in tutti i casi di Matteo Renzi come Giulio Massa, è apertamente critico verso la mossa  dell’ex Presidente del Consiglio ,addirittura dalle colonne del Riformista.

” Il punto è scomodare, in un’operazione che rasenta la blasfemia, il Pantheon dei “maggiori”, da De Gasperi a Blair, per una manovra politica caratterizzata non già dall’allegra spregiudicatezza di altre mosse del cavallo, ma dal mesto acconciarsi del ronzino che cerca ricovero. Suvvia, caro Renzi, “voglio fare l’ala blairiana del centrosinistra” è una cosa che non si può sentire. L’ala blairiana, forti di un risicato 2%, in coalizione con Schlein, Landini, Orlando, Conte, Bonelli e Fratoianni? Con chi celebra un simulacro di unità, prima e più ancora che nell’avversione alle destre, nella “derenzizzazione” del Pd e già si prepara a sottoporre ad umilianti scrutini il Renzi di ritorno? Con le tricoteuses che scendono in piazza per le dimissioni di Toti, con i veteromassimalisti che raccolgono firme contro il Jobs Act, con i putinian-pacifinti che vogliono disarmare l’Ucraina?”.

Una riflessione che dimostra due cose.

Le lucide qualità intellettuali di un giornalista e le  potenzialità di una piattaforma che va oltre i limiti del suo ispiratore.

Il potere logora la qualità

Non sarà sempre così. Ma nel caso di Matteo Renzi non si può dire che non ci sia un grosso fondo di verità.

Non si può pensare solo ed esclusivamente di vedere la politica in funzione di una collocazione,del ricoprire incarichi . Con questa affermazione non voglio apparire un utopista.

So benissimo che la stragrande maggioranza delle persone che fa politica, come mestiere, abbraccia la propria sopravvivenza come prima ragione e prima ispirazione del proprio agire.

Ma bisogna preservare quel limite di decenza necessario a mantenere una qualità minima, che consenta al dibattito di non atrofizzarsi, di non diventare repellente per le persone, di non focalizzarsi unicamente sulla preservazione della posizione attuale dal dottor unicamente sulla preservazione della posizione attuale dal dottor unicamente sulla preservazione della posizione tanto da azzerare qualsiasi altra valutazione di tipo politico.

E Matteo Renzi questo limite lo ha superato da tempo.

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