Stiamo toccando il fondo. Anzi, stiamo scavando.
Abbiamo visto di tutto, In queste settimane. Sulle prese di posizioni, come sempre opposte, sui grandi temi/problemi creati dalla guerra in atto e dall’affaire migranti di difficilissima soluzione. Purtroppo.
Fra i temi meno pesanti, ma non meno importanti per la vita ordinaria dei cittadini, ha preso la scena la visione nei talk di ladri conclamati impunemente, arroganti all’ennesima potenza mentre rivendicano il diritto di rubare, dato che, a quanto sembra ,sono nati per questo, e si rifiutano, per motivi culturali che soltanto loro conoscono, di lavorare. A parte le eccezioni che confermano la regola.
Bambine o poco più che sfornano pargoli uno via l’altro come conigli, sapendo di essere libere dalla pena. Evocanti la meravigliosa Sophia in “Ieri oggi e domani”. E se il governo cerca una soluzione, guai! La sinistra schierata difende le mamme e i bambini. Cosa buona e giusta, certamente, ma una soluzione va trovata, quella che non ha trovato chi ha governato fino a ieri. Magari creando strutture idonee.
Ma nel bel paese sono considerati, o qualcuno li vorrebbe considerare, delinquenti coloro che in metro non borseggiano, non derubano il prossimo, non lo aggrediscono, ma, udite udite, filmano e denunciano i ladri.
La piddina
Secondo Monica Romano, consigliere comunale PD, dire che i rom rubano creerebbe odio razziale e discriminazione.
Si assiste inoltre a provvedimenti disciplinari nei confronti di un dipendente che consiglia i passeggeri della metro, dai microfoni, di stare attenti agli zingari borseggiatori . Che per altro, come già detto, rivendicano,ma senza colpo ferire, questa loro attività. Assolutamente lecita a loro parere, come si evince dall’insolenza e la sfrontatezza con cui la difendono.
Questo fanno e questo continueranno a fare. Certo sarebbe stato più opportuno chiamarli “esponenti della cultura rom stanno tenendo corsi di redistribuzione dei redditi”. “Non è solo un delirio ideologico questo strapotere del “correttivo” (variante moralista e punitiva del collettivo); ma diventa sanzione, discriminazione, persecuzione”per citare Veneziani.
Dunque attenzione alle parole! Eppure perfino la Crusca boccia alcuni neologismi insieme ai segni grafici usati in modo scorretto. No alla schwa, agli asterischi all’articolo davanti a nomi femminili, la Meloni, la Schlein, no alle “reduplicazioni retoriche”, come “le figlie e i figli, le cittadine e i cittadini”. A chi opera nella burocrazia delle istituzioni pubbliche, in particolare, è richiesto di scrivere in modo chiaro e sintetico”.
No, dunque, alla radicalizzazione legata a mode, come sostiene Claudio Marazzini, Presidente dell’Accademia della Crusca, che detta la linea anche alla Cassazione.
Il Paese
In un paese dove si rischia la carriera, se non la galera, solo per avere usato un termine incorrect, per alcuni sconveniente. Come un dipendente pubblico licenziato non per incapacità, assenteismo o comportamenti inadeguati al ruolo ma per avere chiamato lesbica una collega. Quando le stesse lesbiche rivendicano la loro posizione di cui vanno fiere.
Giustamente, finché non pretendono che altre seguano la loro scelta, o comunque la loro situazione di genere per definirsi “normali”.
Saltando appieppari l’analisi delle suddette vicende, si arriva a un episodio incredibile da oltre oceano. Il 25 marzo si festeggia il capodanno fiorentino, con il top della cancel culture.Vs l’ideologia woke.
Durante una lezione sull’arte del Rinascimento, agli alunni di una classe della Classical School di Tallahassee, in Florida, sono state mostrate immagini di alcuni capolavori di Michelangelo, fra cui il David e l’affresco della Creazione di Adamo della volta della Cappella Sistina. Alla preside sono state immediatamente offerte due opzioni: le dimissioni immediate dalla carica o il licenziamento in tronco, senza motivo espresso. Lei ha immaginato quello che poi è stato confermato. Tutta colpa del nudo maschile. Il magnifico David che il mondo ambisce vedere in presenza.
Il presidente della Tallahassee Classical School, dove la storia dell’arte è parte obbligatoria del programma didattico, ha ammesso che ben tre genitori hanno protestato per non essere stati avvisati in anticipo dei contenuti “controversi” della lezione. La madre di un allievo ha addirittura accusato la scuola di diffondere materiale pornografico, “sconvolta” dal fatto che suo figlio “abbia dovuto vedere quelle immagini”.
Non c’è da commentare se non pensare che se a qualcuno il David o altri nudi d’arte evocano pornografia significa che è ossessionato dalla la pornografia medesima.
Ma il regolamento della scuola prevede che gli insegnanti avvisino con due settimane di anticipo eventuali contenuti didattici “controversi”. “I diritti dei genitori sono di primaria importanza e questo per tutelare gli interessi di tutte le famiglie”.
La preside si dice amareggiata. Presumo, e auspico, per la crassa ignoranza dei suoi concittadini, dentro e fuori dal plesso scolastico.
Ciliegina sulla torta, la richiesta di alcuni alunni di una scuola, di un loco appartato per il ritiro spirituale durante il ramadan. Accordata , naturalmente, per non offendere. Non si sa chi, dato che la scuola è, o dovrebbe essere, laica. E qualcuno, extra ma soprattutto intra moenia, intima anche di togliere simboli religiosi/tradizionali, dalle aule.
La religione è , o dovrebbe, essere considerata un sentimento privato di sensibilità diverse. Ma ce la vediamo fra noi.
In ogni caso, che nessuno venga qui e pretenda di dettarci regole di comportamento.
La cancel culture
Quanto alla Cancel culture “è più facile cancellare che costruire o conservare, è più facile ignorare che ricordare; basta un colpo di spugna, un reset, un tasto che cancella e vince l’ignoranza unita all’amnesia. Per costruire e per salvaguardare, invece, ci vuole pazienza, coraggio, capacità e creatività di inventare – pezzo su pezzo una cultura – qualcosa che necessita di cura e di manutenzione. No, è molto più facile liberarsene, disfarsi, cancellare. Per questo confesso il disagio di vivere in un mondo del genere, senza verità”. Per citare nuovamente Veneziani.
Alla fine della fiera la Preside, ormai ex , della Florida, è approdata a Firenze. Ricevuta prima alla Galleria dell’Accademia , dove ha potuto ammirare dal vivo l’icona del Rinascimento, poi a Palazzo Vecchio.
La docente era stata invitata personalmente dalla Direttrice della Galleria, Cecile Hollberg, che ha mostrato grande soddisfazione e orgoglio per la presenza dell’ospite.
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