Sull’immigrazione deve decidere la politica non le toghe

Sull’immigrazione deve decidere la politica non le toghe

Io sono rispettoso della funzione dei magistrati. Senza legge non c’è ordine, senza ordine non c’è Stato e senza stato la Nazione non può esistere, se non nel sentimento di un senso di appartenenza collettivo.

Ora dobbiamo guardare in faccia alla realtà. La politica non deve sostituirsi ai giudici e i giudici non debbono sostituirsi alla politica

Non è una bestemmia dire che vanno messi dei freni. La costituzione è un sistema di freni. Separa i poteri proprio per la ragione di impedire la concentrazione di questi nelle mani di un singolo individuo.

Si parla  tanto di pericolo di ritorno al fascismo, di tutela della costituzione più bella del mondo, eppure non si vuole porre dei limiti all’ingerenza di un potere sull’altro.

Se è vero che la politica non deve condizionare l’operato dei giudici, è altresì altrettanto vero che l’operato dei giudici non deve condizionare la politica se questa rimane entro il binario della legalità.

Ancor più grave andare a chiedere un giudizio europeo, minando la sovranità del paese che servono

Francesco Cossiga, difese le prerogative della politica in qualità di capo.del Consiglio Superiore della Magistratura.

Esercitando in maniera autorevole una grande funzione. Quella di arbitro!

Non bisogna aver paura di cambiare i meccanismi che non consentono di tenere nei propri limiti un potere costituzionale dello Stato.

Io non sono convinto che la nostra costituzione sia stata in grado di mettere in essere i giusti freni. Soprattutto perché quando fu scritta non si trovava davanti il problema della politicizzazione delle toghe

Sono apertamente convinto che la stragrande maggioranza dei magistrati sia professionale, corretta ed al di sopra delle parti. Ma purtroppo ci sono alcuni che prestano il fianco

Bisogna avere il coraggio di fare una riforma seria.

Bisogna riformare il Consiglio Superiore della Magistratura, per impedire che chi eccede possa trovare modo di evitare di essere sanzionato.

Bisogna garantire il diritto dei giudici di candidarsi, di prendere incarichi politici, ma al contempo garantire anche il fatto che poi non tornanino a giudicare.

Rudy Giuliani, Bill Clinton, hanno fatto parte della magistratura, ma una volta entrati in politica non sono più potuti tornare indietro. Questo distingue un paese civile!

Bisogna stabilire una responsabilità effettiva in caso di grave errore, soprattutto se reiterato.

C’è la necessità di evitare che la legge Severino sia applicabile fino all’ultimo grado di giudizio. Non è pensabile che un uomo che è in appello o in Cassazione subisca una decadenza ed un inibizione a candidarsi, quando poi magari può essere dichiarato innocente.

Nel frattempo magari viene commissariato un organo democraticamente eletto.

C’è qualcuno che non trova preoccupante il caso di Toti in Liguria?

Cioè che rimanendo nelle proprie funzioni poteva reiterare il reato

Come se oggi non ci fossero sistemi adeguati di controllo!

Praticamente con queste motivazioni si può far decadere qualunque amministrazione in qualunque momento.

La tutela della libertà e della democrazia richiede la separazione dei poteri

Cambiare leggi per garantirla non è un crimine, è un dovere verso quegli elettori che meritano il rispetto del mandato affidato alla politica!

 

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