Entrare nella storia come il primo suprematista attentatore in Italia. «Morire combattendo, fare una strage peggio di Breivik ad Utoya» per «dare un senso vero alla vita». Obiettivi di Andrea Cavalleri, savonese di 22 anni, disoccupato collezionista di militaria del periodo nazi-fascista, erano ebrei, donne, neri, omosessuali.
Il giovane suprematista è stato arrestato dalla Digos di Genova e Savona e dal Servizio per il Contrasto dell’estremismo e del terrorismo interno della Direzione centrale della polizia di prevenzione-Ucigos, coordinati dal sostituto procuratore Chiara Paolucci della Dda genovese. L’accusa nei suoi confronti è di associazione con finalità di terrorismo e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale aggravata dal negazionismo. Gli agenti hanno perquisito altre 12 persone tra Torino, Cagliari, Forlì-Cesena, Palermo, Bologna e Cuneo.
Tra di loro anche due umbri, un ragazzo di 24 anni di Castiglione del Lago e una ragazza di 18 di Gubbio. I due, secondo gli investigatori, erano fra i 38 della chat Whatsapp Nuovo ordine sociale poi trasformata in Gruppo fascistone. Cavalleri era comunque pronto a fare il «salto» e a commettere un attacco ispirandosi agli attentati a Utoya (Norvegia dove vennero uccise 77 persone nel 2011) e Christchurch (Nuova Zelanda, 50 morti nel 2019).
LE CHAT
Nelle conversazioni, gli investigatori hanno trovato vere e proprie istigazioni a commettere gesti estremi anche sacrificando la propria vita, incoraggiando lo «school shooting», i massacri nelle scuole, o il «day of the rope», l’uccisione di chi viene considerato traditore. «Io una strage la faccio davvero. L’unica cosa da fare è morire combattendo. Ho le armi. Farò Traini 2.0 (l’uomo che nel 2018 sparò in centro a Macerata, 6 feriti), diceva nelle chat con il suo amico minorenne indagato anche lui.
«Meglio morire con onore in uno school shooting che vivere una vita di merda». Cavalleri era un Incel, quegli uomini che non riescono ad avere una relazione e che addossano la colpa alle donne. «Voglio fare una strage a una manifestazione di femministe. Donne ebree e comuniste sono i nostri nemici. Sono senza sentimenti, bambole di carne da sterminare», ripeteva. Il giovane si ispirava al gruppo suprematista statunitense AtomWaffen Division e alle Waffen-SS naziste. Per questo aveva creato anche un canale Telegram, Sole Nero, dove aveva fondato il Nuovo Ordine Sociale.
Insieme al minorenne aveva redatto un vero e proprio documento con cui incitava alla rivoluzione contro «lo Stato occupato dai sionisti» e alla eliminazione fisica degli ebrei. Per reclutare gli adepti Cavalleri aveva anche stilato un questionario di 30 domande: «Cosa pensi di Hitler e Mussolini? Vale di più il sangue o il denaro? Cosa pensi degli ebrei?» erano alcuni dei quesiti. Solo chi non aveva legami sentimentali e «non aveva nulla da perdere» era ammesso. Cavalleri, per il gip, è un soggetto pericolo ed esperto di deep web dove trovare informazioni su come costruire ordigni come spiega al papà: «Tu ci scherzi… ma sai che i carboncini fatti… con poche rettifiche diventano una bomba… due tubi… due fondelli…».
Esperti di armi
Anche il minorenne era un esperto di armi: «Ho trovato il modo per costruire un tubo-fucile a pompa – scrive al savonese – sono letteralmente due tubi e un ricevitore e le pallottole ovviamente». Armi da usare in un attacco a una scuola, come negli attentati in America o in Norvegia. «In tre blocchiamo le uscite – scrive nella chat – mi divertirei di più classe per classe… col lanciafiamme e un Ak47 di scorta… voglio guardarli in faccia e sentirli urlare, una goduria». Sentendo quelle frasi ma anche le sue lamentele per il ritiro del porto d’armi, la Digos aveva sequestrato a luglio in via cautelativa, alcune armi che il padre di Cavalleri teneva in casa.
R.I. per “Il Messaggero”
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