Secondo la stima elaborata dallo Svimez lo scorso 16 luglio, la crisi economica post Coronavirus causerà, nell’anno in corso, la perdita di quasi 380 mila posti di lavoro solo nel Mezzogiorno d’Italia. Il Centro-Nord subirà un calo percentuale del 3,5% pari a 600 mila posti di lavoro persi.
Per quanto concerne la ripresa delle assunzioni, a partire dal 2021, nel Meridione saranno molto più lente. È previsto, infatti, un tasso del 1,3% contro il 2,5% del Centro-Nord. In sostanza, secondo lo Svimez, nel 2020 il Pil si contrarrà dell’8,2% nel Mezzogiorno e del 9,6% nel Centro-Nord. Quest’ultima, ricordiamo, è stata la zona d’Italia più colpita dall’emergenza Covid.
Il sostegno delle politiche pubbliche, per il momento, sembrerebbe aver attenuato la gravità della situazione. Sempre secondo lo Svimez, la caduta del Pil è stata contenuta di circa il 2,1% al Centro-Nord e di quasi il 2,8% nel Mezzogiorno. Tuttavia, in termini pro-capite il Mezzogiorno (1.015 euro) risulta essere indietro rispetto al Centro-Nord (1.344 euro).
Dal rapporto Svimez emerge un dato di fatto. Se l’Italia vorrà risollevarsi dovrà fare ripartire il Sud. Il Governo impieghi il Recovery Fund, spacciato da alcuni come grande successo, per creare investimenti concreti per lo sviluppo del Mezzogiorno. La nascita di nuove infrastrutture rappresenterà il primo passo in avanti per far ripartire il tessuto economico delle regioni meridionali.
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