In un editoriale apparso ieri, il Corriere della sera, con lo storico Ernesto Galli della Loggia, per la prima volta ha fatto una grande apertura di credito alla destra di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ne riconosce la piena legittimità, supera le vecchie pregiudiziali sull’impresentabilità della destra e sulle “lontane origini neofasciste”; la distingue positivamente sia dalla Lega che da Forza Italia e la esorta a proseguire nel cammino verso una forza compiutamente conservatrice, nazionale e sociale, con un solido senso dello Stato.
Colpisce la legittimazione di FdI anche perché avviene mentre è all’opposizione da sola del governo Draghi, appoggiato da tutti gli altri. Una svolta a sorpresa, pur con alcune cautele di un quotidiano distinto negli ultimi tempi per aver scavalcato a sinistra la Repubblica. Ne riparleremo in modo approfondito. Qui pubblichiamo qualche battuta fugace nell’intervista raccolta da Federico di Bisceglie per Formiche.net.
“È un passo in un territorio ancora poco sondato del dibattito pubblico. Ernesto Galli della Loggia “la cui onestà intellettuale è fuori discussione”, suggella Pietrangelo Buttafuoco, riconosce, sul Corriere della Sera, in Fratelli d’Italia il partito di riferimento della destra conservatrice italiana.
Giorgia Meloni e la destra
Uscendo – ed è qui la vera svolta – dallo stigma culturale che vuole da sempre affibbiata al partito guidato da Giorgia Meloni. Riferito a FdI, infatti, Della Loggia scrive a chiare lettere: “Non credo lo si possa più considerare un partito neofascista, pur se esso viene da territori della storia che portano quel nome”.
“Si tratta di una svolta fondamentale. Galli si è reso conto che, dopo una politica dominata dal grillismo e della sinistra, la presentabilità non è tema che riguarda solo la galassia della destra”. Non nasconde una certa dose di piacevole stupore Marcello Veneziani, saggista, editorialista de La Verità e da sempre una delle menti più lucide del panorama conservatore. Secondo lui, quella “dell’amico Galli della Loggia” non è altro che “un’implicita ammissione di sentirsi in un certo senso idealmente aderente agli ideali conservatori. La sua formazione tradisce un’affezione al concetto di stato sovrano, di nazione”.
Fratelli d’Italia
Probabilmente si esce quindi anche dalla logica dell’intellettuale non di destra che dice alla destra che cosa essa deve effettivamente essere. Anzi, nelle parole dell’editorialista del Corsera, Veneziani ravvede “Una forma di investitura a Fratelli d’Italia ad essere il partito della “destra conservatrice in senso ampio”.
Non è tuttavia un ragionamento campato in aria, né tantomeno una piaggeria alla Meloni quello di Galli. “È invece una presa di coscienza, determinata anche dal fatto che la leader di Fratelli d’Italia ha avuto un grande riconoscimento sovranazionale, diventando la leader (donna) del gruppo dei conservatori europei”.
Oltre a questo – passaggio sicuramente cruciale per la credibilità extra Stivale di Fratelli d’Italia – Veneziani sostiene che della Loggia infondo apprezzi “la grande coerenza che ha da sempre caratterizzato l’azione politica di Giorgia Meloni”, anche nel solco di una storia che riporta alla tradizione “valori e ideali della destra” sociale e nazionale, storica. Differentemente da quello che è diventata la cifra “ultra liberista di Forza Italia e del suo leader”. E qui arriviamo alla necessità di perfezionare il percorso di Fratelli d’Italia in autentica forza politica conservatrice tout court.
Crosetto
“Essere conservatori – afferma il saggista – non significa essere acquiescenti rispetto l’Europa. Vuol dire credere nello stato nazionale, non cedere al liberismo tecnocratico. Ora, lo sforzo maggiore è quello di riuscire a creare una classe politica e un ceto di rappresentanza in grado di portare avanti e interpretare l’ascesa che il partito sta registrando in questi ultimi mesi”.
Da solo all’opposizione di un governissimo che ha messo d’accordo dem, grillini e leghisti. Qui s’inserisce anche l’analisi consegnata da Guido Crosetto a Libero proprio questa mattina. Nell’intervista a Pietro Senaldi, il coordinatore di Fratelli d’Italia prevede un picco di consensi, fino a lambire percentuali record del 25%.
“È un’ipotesi assolutamente verosimile quella che fa Crosetto – riconosce Veneziani – anche se, per larga parte, si tratterà di un travaso di voti dalla Lega verso Fratelli d’Italia”. Probabilmente però, il passaggio dell’editoriale di Galli che sta più a cuore a Veneziani è quello in cui si parla della Carta Costituzionale.
“Quanto a suo (di Fratelli d’Italia) rispetto delle regole della democrazia fissate dalla Costituzione, mi sembra che non possano esserci dubbi”. Tuttalpiù, FdI “non condivide il pervasivo afflato progressista” e l’uso ideologico che si è fatto del patriottismo della Costituzione. Così come accadeva, scrive Galli, per Malagodi e Salvemini. Un passo molto importante.
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