Tassi in discesa, ma la BCE cauta per i rischi geopolitici

Tassi in discesa, ma la BCE cauta per i rischi geopolitici

Nonostante il periodo piuttosto turbolento a livello internazionale, la BCE la scorsa settimana ha ridotto di 25 punti base il tasso sui depositi, passati quindi dal 2,75% al 2,50%

Era una diminuzione attesa, la sesta per la precisione dal giugno 2024. Attesa -certo – ma non scontata nelle ultime settimane. Il rischio è di vedere una nuova impennata dell’inflazione, soprattutto dopo le comunicazioni di Trump all’introduzione dei dazi anche nei confronti dell’Europa e alla ripresa dei prezzi dell’energia.

E di conseguenza potrebbero essere messi in campo dalla BCE nuovi blocchi al ribasso dei tassi, se non addirittura un deciso dietro-front.

Le prossime delibere di Francoforte saranno prese “giorno dopo giorno” modulandole in base alla situazione internazionali, in primis alle scelte di Trump e agli sviluppi della guerra in Ucraina

Intanto Lagarde prevede in rialzo la stima dell’inflazione. E ciò non è un buon viatico a una ulteriore futura ulteriore diminuzione.

L’incertezza sui mercati è molto elevata. Per questo molti analisti avevano prospettato già un blocco alla discesa

L’Europa, più di altri Continenti, sta risentendo del contesto geopolitico. Le preoccupazione di Lagarde, espresse in conferenza stampa, confermano il periodo turbolento. Proprio però il difficile momento economico che attraversa tutto il vecchio continente, ha spinto il board BCE ad effettuare una scelta “sensibilmente meno restrittiva” rispetto al passato.

Ma la Presidente, nell’incontro con i giornalisti a fine riunione, è stata più che mai prudente. Non ha espresso, diversamente dagli incontri da giugno ad oggi, probabili ribassi. Ha evitato di esprimere futuri riferimenti a variazione dei tassi rimanendo molto sul vago e infine ha riferito solo che l’obiettivo è quello del raggiungimento del 2% dell’inflazione, obiettivo che anche alla luce dei dazi di Trump sarà quantomeno improbabili nel breve termine

In effetti le prospettive sono di un rialzo inflattivo che non nasce da una domanda interna, ma da una nuova fiammata dei prezzi dell’energia. Il 2% stimato quindi è strettamente collegato con i costi del gas e dell’energia. Stenta ancora la domanda interna nell’aere-Euro.

Ne sta risentendo maggiormente la Germania, nonostante il cambio nella politica fiscale e delle politiche di investimento. Da qui anche l’immissione sul mercato di ingenti quantitativi di Bond Tedeschi, che non fanno che peggiorare la situazione del debito sovrano tedesco.

Il dibattito adesso si sposta sul campo del ri-armo dell’Europa. Dopo la messa in discussione della stessa Nato ( sono solo di domenica scorsa le esternazioni a riguardo di Elon Musk), l’Europa deve provvedere, e anche velocemente, ad un progetto di difesa, senza “l’ombrello” statunitense

Un bel problema per tutti i Paesi, che finora ritenevano impossibile un allentamento della alleanza Nato. Problema che investe anche il settore delle finanze di Francoforte.

La politica di Trump al momento, da qualsiasi lato si voglia guardarla, sta mettendo sotto pressione tutti i Paesi europei, Gran Bretagna inclusa

La maggiore inflazione derivante dell’introduzione dei dazi potrebbe costringere le aziende esportatrici a gravi crisi, aumentando il rischio ad ingenti accessi a cassaintegrazione e a licenziamenti. Dall’altro la capacità di manovra finanziaria dei singoli Paesi Euro sarà ridotta anche per effetto della necessaria introduzione delle spese militari.

In tutto questo quadro complesso, si innesta anche il progetto dell’euro digitale

La Commissione europea ci sta già lavorando con disposizioni ad hoc. L’euro digitale non è da confondere con le criptovalute. Infatti la nuova moneta avrà un valore stabile, e dovrà mettere a disposizione denaro digitale, alla stregua del denaro fisico.

Di fatto l’euro digitale sarà un deposito che consentirà pagamenti in tutta l’area euro senza passare dagli sportelli bancari

E’ uno strumento che nelle intenzioni della BCE dovrebbe garantire gratuitamente l’inclusione digitale e finanziaria dei cittadini europei. Per la sua introduzione si parla di novembre 2025. Un passo in più per la creazione di una vera Unione Europea.
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