Tempo di ballottaggi
“Le Pen è stata la leader di spicco che ha marciato con la comunità ebraica in marcia contro l’antisemitismo a cui Macron ha scelto di non partecipare”.
Per il ministro israeliano della Diaspora, Amichai Chiklier, se la leader del RN, Marine Le Pen, diventasse presidente della Francia sarebbe “eccellente per Israele” data la sua “ferma posizione” contro Hamas e l’antisemitismo.
Anche contro la Corte penale internazionale che, in ogni caso, ha condannato anche i leader di Hamas
Al contrario della sinistra di Melenchon.
Il ministro ha ricordato inoltre che “Le Pen è stata la leader di spicco che ha marciato con la comunità ebraica in marcia contro l’antisemitismo a cui Macron ha scelto di non partecipare”.
Ribadisce dunque che “Sarebbe ottimo per Israele se Le Pen fosse presidente della Francia
Il “fronte repubblicano” In Francia si starebbe dunque incrinando. Perfino all’interno della stessa maggioranza di governo. I ministri si sono infatti incontrati con il premier Attal e il presidente Macron per delineare una strategia centrista in vista del ballottaggio del 7 luglio.
Ovviamente la scelta non è affatto semplice
Infatti i liberali devono decidere se far confluire i propri voti sulla destra, favorendo Bardella e Le Pen, oppure aggregarsi al Fronte Popolare di Glucksmann e Mélenchon. Non comprendo davvero come dei liberali potrebbero accordarsi con il Fronte popolare. Vero è che Macron ha invocato un “blocco repubblicano” per arginare i lepenisti , ribadendo che “è l’estrema destra che si appresta ad arrivare alle più alte cariche”.
E anche Attal ha invitato i suoi sostenitori a fare in modo che “non un solo voto” finisca a Le Pen
Ma la posizione dei centristi non è così tetragona e irremovibile. Non può esserlo.
Alcuni ministri, più loquaci e meno riservati, hanno infatti raccontato di una riunione molto tesa e ansiosa, a margine delle informazioni sui risultati del primo turno delle legislative anticipate, volute fermamente dal Presidente.
Una tornata elettorale davvero insidiosa, in cui i macroniani hanno visto più che dimezzare il numero di deputati che riusciranno a ottenere
Macron, forse in maniera troppo repentina aveva sciolto l’Assemblea dopo le Europee cercando di rendere la politica nazionale più chiara bilanciata e regolata. In realtà l’ha resa molto più caotica , avendo prodotto solo molta confusione fra gli opposti estremismi , lasciandoli a contendersi la guida del Paese.
Il Presidente ha dunque invitato i suoi ministri “a non combattere la battaglia sbagliata”, ma secondo Le Parisien diversi esponenti di spicco della maggioranza, tra cui Aurore Bergé, Bruno Le Maire, ma anche Catherine Vautrin e Olivia Grégoire, avrebbero istigato gli elettori centristi a non votare né il Rassemblement National né il Nuovo Fronte Popolare. Come era ragionevole e abbastanza logico aspettarsi.
Le Pen al 29,2 % (con Ciotti al 33,1%), sinistra, Nuovo Fronte popolare, al 28%, Macron al 20,8%. 169 candidati ritirati in chiave anti- Rassemblement national. Questa la situazione attuale
In attesa di un ballottaggio che si presenta davvero abbastanza enigmatico, nonostante il palese avanzamento della destra.
Dunque Domenica scorsa, 30 giugno, la Francia ha votato per le elezioni legislative anticipate, con una altissima affluenza, ben il 67%, alla quale non eravamo da tempo abituati. Come già detto, Macron studia alleanze strategiche «caso per caso», mentre, ovviamente, i sindacati invitano ad arginare l’estrema destra. che che sta per accedere alle più alte funzioni (dello Stato). Secondo Macron che avrebbe detto di volere una «ampia unione democratica e repubblicana per il secondo turno». Il premier Attal ha espresso la volontà di fare sbarramento contro il Rassemblement National di Marine Le Pen al secondo turno di domenica prossima. Ma diversi ministri, tra cui quello dell’Economia Bruno Le Maire, si sono espressi contro il voto per La France Insoumise, partito della sinistra radicale.
Oltre oceano, coinvolti anche loro in modo globale, Antony Blinken, diplomatico, nonché segretario di Stato americano , a margine di un evento al think tank di Washington Brookings Institute, si è detto «fiducioso» che l’Europa continuerà a sostenere la Nato nonostante l’avanzata delle estrema destra in molti Paesi, tra cui, molto probabilmente, la Francia.
Secondo i calcoli di Le Monde, sarebbero 169 i candidati che si sono già ritirati, in vista del ballottaggio, in funzione anti Le Pen in Rassemblement National. 122 della sinistra del Nuovo Fronte popolare, 46 del blocco macronista e uno dei Repubblicani
A Berlino intanto si vocifera che «La vittoria del RN non può lasciare indifferenti» Ovviamente in democrazia, gli elettori hanno la parola ed esercitano l’unico potere, l’unica arma in loro possesso. Ma Germania e Francia hanno una responsabilità particolare per un’Europa unita. In conferenza stampa Il ministro degli esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha commentato così l’esito del primo turno delle elezioni francesi .” Non è cosa da poco se nel risultato delle europee, o del nostro partner più vicino e migliore amico, è molto più avanti un partito che vede nell’Europa il problema e non la soluzione». Questa l sua opinione, autorevole, ma sempre opinione.
Il nostro Presidente del Consiglio, ha commentato i risultati del primo turno che vedono le destre in vantaggio, sottolineando che:
«Demonizzare chi non vota per le sinistre è un trucco che non funziona più, anche in Italia»-
Ha inoltre sottolineato il fatto che si stiano superando le vecchie barriere tra le forze alternative alla sinistra mentre anche in Francia emerge che si stia andando in questa direzione
Per la prima volta il partito di Le Pen ha avuto degli alleati già dal primo turno e anche i Républicain pare siano orientati a non partecipare al cosiddetto fronte repubblicano.
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