A Torre Maura, zona tra le più difficili di Roma, gli apostoli del buonismo remunerato hanno pensato bene di portare ad abitare una carovana di rom. Del resto: la cooperativa ha vinto l’appalto e i rom vanno allocati, campati, compresi, coccolati. Gli italiani, invece, se ne possono andare in malora.
Agli abitanti di Torre Maura, però, non è che il ragionamento sia tanto andato a genio. Difficile dargli torto. Per i radical chic che incontrano difficoltà suggerisco il seguente, infallibile, rimedio:
1) sfilarsi il Rolex per far circolare meglio il sangue, magari raggiunge anche il cervello;
2) uscire dal salotto buono in cui pontificate su quanto il razzismo dilaghi laggiù, dove non avete mai messo piede;
3) andare a lavorare;
Vedrete che tutto risulterà più chiaro, più reale, meno teorico. Fidatevi.
Perché gli xenofobi della periferia capitolina, i migranti li avevano accettati, coinvolgendoli anche in attività di quartiere. I rom, invece, non li vogliono. Sono dei biechi razzisti? Non direi. Non sarà che più semplicemente non hanno voglia di farsi svaligiare dai nuovi arrivati? Eh sì, perché gli zingari appena giunti hanno cercato di familiarizzare con gli abitanti del quartiere; segnando le case con croci, così da censire subito gli appartamenti buoni per essere ripuliti. Sono arrivati gli untori. Perché non li volete?
Il Corriere della Sera, primo quotidiano italiano (purtroppo), da questa mattina ha strillato la notizia a titoli cubitali, nessuna pietà per i residenti esasperati, almeno io non ho trovato nessun accenno. Se c’è deve essere ben nascosto – guardate anche voi, magari siete più fortunati.
Complimenti al Corriere per l’azzeccatissima pubblicità infilata prima del video sul presidio dei residenti con tanto di Celere in tenuta anti-sommossa: “Mulino Bianco, un mondo buono”. Nel mulino reale, ho paura che finireste tra le pale.