Un’altra bufera sul mondo del calcio, questa volta non legata all’inchiesta sulle plusvalenze. Due procuratori, l’albanese Fali Ramadani e Pietro Chiodi, sono indagati per reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio. Secondo l’ipotesi accusatoria della procura di Milano, Fali non avrebbe dichiarato in Italia i proventi della compravendita di giocatori e allenatori, realizzate grazie a Chiodi.
Perquisizioni della Guardia di finanza negli uffici di Chiodi e, al contempo, richieste di consegna documenti nei confronti di undici club, tra Serie A e B: Inter, Juventus, Milan, Torino, Fiorentina, Roma, Napoli, Verona, Spal, Cagliari e Frosinone.
Le operazioni su cui indaga la Guardia di Finanza
Sono diverse le operazioni di mercato su cui gli investigatori del nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf vogliono fare luce. Tra queste quelle che hanno portato Miralem Pjanic dalla Juventus al Barcellona e Federico Chiesa dalla Fiorentina alla Juventus.
Tra i professionisti assistiti dalla Lian Sports Group di Ramadani figurano, oltre Koulibaly, Chiesa e Pjanic, anche il tecnico della Lazio Maurizio Sarri, Ante Rebic (Milan), Nikola Milenkovic (Fiorentina), Ivan Perisic e Samir Handanovic (Inter).
Soprannominato il Raiola dell’Est, secondo la procura di Milano Ramadani con la collaborazione di Chiodi avrebbe sottratto “i proventi all’imposizione tributaria occultandoli mediante transito su rapporti bancari intestati a società di diritto estero a lui riconducibili”. Nel mirino degli investigatori vi sono “rapporti economico-commerciali intrattenuti dagli agenti sportivi in questione con le società di calcio professionistico”; non indagate, e interessate quali “detentori di documentazione utile ai necessari approfondimenti d’indagine”.
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