Terremoto, dazi e danni della politica Trumpiana
Il mondo sull’orlo della crisi per colpa di un’ossessione elettorale
Economisti, opinionisti e perfino persone con un minimo di buon senso si interrogano sui reali obiettivi di una strategia autolesionista come quella dei dazi “trumpiani”. In meno di 48 ore, le nuove misure protezionistiche hanno causato una tempesta finanziaria, con danni evidenti prima di tutto ai cittadini americani — più di quanti ne abbia fatti Sansone tra due colonne.
Le borse europee e asiatiche sono crollate: il DAX tedesco ha perso il 3,4%, il CAC40 francese il 2,8%, e l’FTSE MIB italiano è sceso del 3,1% in un solo giorno. I mercati USA non se la passano meglio, con il Dow Jones in calo del 2,9% e il Nasdaq in rosso di oltre il 3,5%
Tutto questo innescato da una mossa improvvisa e poco calibrata, apparentemente dettata più da logiche elettorali che da una strategia economica solida.
Nessuno può credere che da questo disastro possano derivare benefici ne a breve ma neanche a lungo termine
Secondo indiscrezioni, addirittura la mossa sarebbe stata suggerita al suo staff da un uso maldestro di ChatGPT. Ma la realtà è ancora più semplice (e preoccupante): dietro non c’è alcuna strategia articolata, solo la miopia di un narcisista di 78 anni che punta al terzo mandato per rimanere presidente fino a 87.
Questi sono i veri calcoli che gli elettori americani dovrebbero fare quando ascoltano le sue promesse
La domanda è una sola: quando arriveranno — se mai arriveranno — i benefici di lungo periodo tanto decantati?
Nel frattempo, anche i suoi più fedeli sostenitori iniziano a dubitare. E mentre l’America si interroga, il resto del mondo paga il prezzo
Stiamo assistendo all’accensione della miccia di una crisi globale che, al confronto, quella del ’29 rischia di sembrare una sagra di paese.
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