Terremoto in casa PD
Ipotesi di reato gravissime quelle che si vanno delineando nell’inchiesta napoletana coordinata dai PM Ferrigno, Sica e Capuano per i fatti riguardanti la rivalutazione del Rione Terra.
Un’inchiesta importante, iniziata nel 2022, e che ha portato all’adozione di misure cautelari per 11 persone fra politici, amministratori e imprenditori con imputazioni per corruzione, turbativa d’asta, associazione a delinquere e altri reati.
Eppure non si tratta solo di una questione locale, per quanto importante, ma investe anche la segreteria nazionale, se non sul piano giudiziario sicuramente su quello politico
Tra gli arrestati figura anche Nicola Oddati, ex braccio destro di Nicola Zingaretti quando il fratello del commissario Montalbano era segretario del PD.
Secondo i PM, Oddati e gli altri, in concorso tra loro, avrebbe costituito una vera e propria associazione a delinquere e operato attraverso un sistema di scambi di favori, agevolazioni e illeciti sin dall’avvio della gara di appalto per la costruzione di un vasto complesso alberghiero in Rione Terra a Pozzuoli.
Tutto questo al fine di rivalutare l’area, ormai dimenticata nell’incuria e nel degrado
Centro economico di questo connubio criminale, sempre secondo la Procura coordinata da Gratteri, sarebbe stato l’imprenditore Salvatore Musella, a capo di una cordata di soggetti economici, che avrebbe concordato con gli esponenti politici coinvolti sia quali partner dovessero intervenire nella vicenda sia come la gara avrebbe dovuto finire: appunto con l’aggiudicazione della concessione.
La gara – secondo PM e GIP – avrebbe dovuto essere vinta dalla Ctec S.r.l. di Salvatore Musella ancorché intestata al nipote e dalla Indipendent Hospitality Malpensa S.r.l.
Tutto deciso in anticipo
Tutto concordato. In cambio, elargizione a man bassa di favori vari ed eventuali.
Invero, l’ordinanza cautelare dà conto di un complesso quadro indiziario fatto di commistioni di ruolo e funzioni, reciproci favori e interrelazioni che rende davvero difficile dipanare la vicenda intera.
Ma, che sarebbe stato sufficiente a far emettere le misure cautelari, alcune, come detto, detentive, altre no
Come d’obbligo, non va dimenticato che le misure cautelari sono impugnabili e che vige nel nostro ordinamento, il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva.
La magistratura, come doveroso farà il suo corso e alla fine vedremo se l’ipotesi accusatoria reggerà al vaglio processuale oppure sarà smentita.
Sino ad allora della vicenda giudiziaria sarebbe opportuno non parlarne se non nelle sedi a ciò deputate
Certamente, però il coinvolgimento di un ex dirigente di primo piano del PD nazionale oltreché locale, quale è Oddati, sposta il problema anche sul piano politico.
E di questo si può e si deve parlare.
Prova ne sia che l’inchiesta in questione è divenuto terreno di rinnovato scontro all’interno del PD campano tra schleiniani e deluchiani. Per adesso, in modo molto soft, ma vista la caratura dei personaggi in gioco, non si escludono colpi di scena e improvvise folate di polemica accesa.
L’accusa da parte degli uomini vicini a
Elly Schlein è sempre la medesima: “il problema è De Luca”
Il governatore campano viene dipinto come “uomo delle tessere” colpevole di aver costituito una rete fidelizzata di uomini molto più vicini a lui che non alla linea nazionale, e di utilizzare questa rete a scopi propri. Il re di Napoli, insomma che superiorem non recognoscens. oggi che quel sistema presunto è (almeno in parte) coinvolto in una inchiesta importante, non si fanno sfuggire il “ghiotto bococne” dell’attacco politico.
D’altra parte il Governatore Campano non brilla in diplomazia (in simpatia, invece assolutamente sì) e non è mai stato troppo tenero nei confronti di Elly Schlein rea di portare verso un massimalismo tanto velleitario quanto suicida.
Insomma per De Luca il problema è Elly Schlein, per Elly Schlein il problema è De Luca. E in questi mesi ciascuno dei due contendenti non ha fatto mistero della reciproca ostilità
Sullo sfondo la polemica per il terzo mandato, che De Luca vorrebbe sfruttare – se verrà modificata la legge – per una nuova candidatura al vertice della Regione Campania, e che Elly Schelin vede come fumo negli occhi.
La segretari, infatti, qualche tempo fa aveva provocatoriamente dichiarato che De Luca si è candidato la prima volta quando lei aveva 8 anni e che ad oggi, è ancora lì. Lui, per sottolineare il peggioramento del PD dal momento della vittoria di Schlein alle primarie, ha scritto addirittura un libro (“Nonostante il PD”), dove imputa alla segretaria di tutto e di più.
Il clima, insomma è quello di una guerra civile e la vicenda giudiziaria di Oddati fornisce un assist importante agli anti De Luca
Un assist insperato per una Segretaria in palese crisi interna, complici i mancati risultati elettorali e, più in generale politici, che vengono imputati alla leadership.
Una leadership che era stata salutata con grande entusiasmo e rivoluzionarie aspettative e che sta dimostrando sempre di più tutta la sua debolezza.
Il rischio, tuttavia, è che cavalcare l’onda giustizialista che si potrebbe aprire in questa fase, se da un lato rinsalderebbe l’asse con il Movimento Cinque Stelle, dall’altro indebolirebbe ancor di più la posizione dei riformisti moderati all’interno del Partito Democratico e in questa complessa babele che precede tornate elettorali importanti, fra europee e amministrative, tutto questo potrebbe essere un autogol.
Insomma, la saga si colorata di un nuovo capitolo, ma la fine è ancora lontana.
Staremo a vedere che cosa faranno i protagonisti in campo e come si svilupperà la “questione campana” ma è evidente che presto il tappo salterà.
D’altra parte, il PD da sempre è partito che non accetta né troppi galli nel pollaio né leader eccessivamente forti
In una specie di autofagia suicida, ha sacrificato progressivamente tutti i leader più influenti, sempre in attesa del nuovo deus ex machina da poi puntualmente sabotare. E’ toccato a Veltroni, poi a Bersani, poi Renzi e poi a Zingaretti (solo per citarne alcuni).
Adesso a chi toccherà? a a De Luca o alla Schlein? Solo gli elettori potranno rispondere a questa domanda!
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