Terrorismo: maxi operazione contro cellula pakistana legata all’attacco a Charlie Hebdo, perquisizioni anche a Firenze

Nel mirino della Dda genovese il 'gruppo Gabar' legato a Hassan Zaher Mahmood. Il capo aveva lo status di rifugiato

maxi operazione

Police officers and forensic officers in the area of a knife attack near the former offices of satirical newspaper Charlie Hebdo, Friday Sept. 25, 2020 in Paris. Paris police say they have arrested a man suspected of a knife attack that wounded at least two people near the former offices of satirical newspaper Charlie Hebdo. Police initially thought there were two attackers but now say there was only one. (AP Photo/Thibault Camus)/AMB131/20269445267477//2009251430

Maxi operazione antiterrorismo della polizia di Stato con arresti in Italia e all’estero. Sono 14 le ordinanze di custodia cautelare in carcere, a carico di cittadini pakistani ritenuti inseriti nel circuito relazionale diretto di Hassan Zaher Mahmood. Il 27enne pakistano che il 25 settembre 2020, a Parigi, compì l’attacco nei pressi della ex sede della rivista satirica ‘Charlie Hebdo’. Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale.

L’indagine è coordinata dalla Dda della procura di Genova. Avrebbe svelato l’esistenza e l’operatività, in diverse province italiane e in alcuni Paesi europei, di una cellula terroristica riconducibile ad un più ampio gruppo di giovani pakistani. Autodenominatosi “Gruppo Gabar”, i componenti sono tutti facenti parte dei contatti diretti dell’attentatore di Charlie Hebdo.

La maxi operazione, condotta dalla digos di Genova e dal servizio per il contrasto all’estremismo e terrorismo esterno della polizia di Stato, vede il coinvolgimento degli uffici antiterrorismo di Spagna e Francia, coordinati dall’European Counter Terrorism Centre di Europol.

Seondo quanto ricostruito dagli inquirenti, due mesi prima dell’attentato sotto l’ex sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi, alcuni degli arrestati dalla Dda di Genova si erano fatti una foto sotto la Torre Eiffel con l’attentatore e l’avevano pubblicata sui social con la didascalia “abbiate un po’ di pazienza ci vediamo sui campi di battaglia”.

Nell’operazione sono coinvolte anche le Digos di Reggio Emilia, Firenze, Treviso e Brindisi e, all’esecuzione delle misure all’estero, per le quali sono state diramate le ricerche in ambito europeo, stanno concorrendo la Comisaria General de Informacion spagnola e l’antiterrorismo francese con il coordinamento dell’E.C.T.C. – European Counter Terrorism Center di Europol. Delle 14 custodie cautelare scattate, 6 persone sono state fermate in Italia: 2 a Genova, uno a Firenze, uno a Reggio Emilia.

Secondo quanto appreso, il 25enne pakistano considerato leader della costituente cellula ‘Gabar’ in Italia, aveva ottenuto lo status di rifugiato nel
2015. L’uomo, residente a Chiavari, era stato fermato in Francia per porto d’armi e aveva precedenti in Italia per favoreggiamento dell’immigrazione
clandestina.

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