Terzo Polo tanto rumor per nulla. Si può dire che le elezioni regionali, le abbia vinte il centrodestra. Si può dire che le abbia perse il centro-sinistra. Ma tra gli sconfitti sicuri, c’è il Terzo Polo.
Una debacle
Poco o niente, è quello che ha raccolto il terzo polo a queste elezioni regionali. Poco dal punto di vista dei numeri. Poiché se si eccettua, un certo valore aggiunto da parte della lista Moratti in Lombardia, che ha tragicamente superato l’unione Renzi -Calenda in un’unica lista, il terzo polo non ottiene percentuali lusinghiere.
Niente perché non vi è alcuna efficacia. Non si fa alcuna differenza. Sia che si vada in coalizione, oppure che si scelga di andare da soli,il risultato è sempre lo stesso. Un elettorato abbastanza fidelizzato, ma comunque un elettorato ristretto. E soprattutto una formazione che non fa alcuna differenza per la vittoria o per la sconfitta di nessuno.
Laconico l’annuncio della Moratti che ritiene la sua carriera politica non sia finita qui. Sembra rappresentare tutta la portata della sconfitta di progetto al quale doveva dare un valore aggiunto. Dall’essere il numero due della regione, a non rientrare neanche in consiglio regionale.
La coppia che non piace
Calenda e Renzi sono una coppia poco attrattiva per gli italiani. Potrebbero essere paragonati al gatto ed alla volpe.
Il primo sembra essere un perenne deluso di sinistra. Nella coppia sicuramente il gatto. Che vede solo nella sinistra, la prospettiva per sviluppare il proprio movimento. Ma a questo punto non si comprende perché abbia rotto l’alleanza con Letta alle elezioni politiche?Per quale motivo si propone di creare un’alternativa, se già vede in un’ottica bipolare una collocazione?
E soprattutto per quale motivo, un uomo che vuole costruire un grande centro, teoricamente capace di coalizzarsi da tutte e due le parti, guarda solo da una parte ed esclude l’altra. Oltre a vanificare il senso di un’operazione centrista, si aliena le simpatie di eventuali delusi del centrodestra.
Matteo Renzi è sicuramente più furbo, più capace, più strategico. Ma molto meno credibile agli occhi degli italiani. In questo ipotetico riferimento letterario rappresenta sicuramente la volpe. Proprio per questo è considerato perennemente inaffidabile dal popolo italiano. Rimane sempre quello del: “Enrico stai serenno”. La gente si fida di lui, come un fattore si fiderebbe di far entrare la volpe nel pollaio.
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