Tomaso Montanari definisce le Foibe come “Revisionismo”

Montanari

Bufera su Tomaso Montanari, rettore dell’università degli stranieri di Siena.

La scintilla da cui parte la polemica del commentatore tv ed editorialista del “Fatto” è la nomina di Andrea De Pasquale alla guida dell’Archivio centrale dello Stato.

Secondo Montanari, vi sarebbe una sorta di “complotto” che partendo dall’archivio Rauti arriva fino alla legge sul Giorno del Ricordo.

Istituito per celebrare la memoria dei martiri delle foibe massacrati al confine tra Italia ed ex Jugoslavia.

Tale legge Meina, ricostruisce l’articolo del “Fatto”, sarebbe niente meno che «revisionismo di Stato».

Secondo Montanari, vi sarebbe in corso una battaglia della destra per «la cancellazione della storia che racconta cosa fu davvero il fascismo».

Il rettore ribadisce nel suo articolo polemico come «non si può nascondere che alcune battaglie revisioniste siano state vinte, grazie alla debolezza politica e culturale dei vertici della Repubblica.

La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica».

Il revisionismo 

Come annota “Libero” contestando la ricostruzione di Montanari, proprio queste convinzioni in realtà celerebbero una forte connotazione revisionista.

Se non proprio negazionista dell’orrore delle foibe.

Addirittura Montanari avrebbe citato una lettera di accuse dello storico Angelo D’Orsi contro il Presidente della Repubblica Mattarella.

Si sostiene che «le vittime accertate, ad oggi, furono poco più di 800 (compresi i militari), parecchie delle quali giustiziate essendosi macchiate di crimini, autentici quanto taciuti, verso le popolazioni locali».

L’articolo di Sallusti si conclude con la richiesta – poi avanzata da altri commentatori di area centrodestra – di dimissioni per Montanari dalla cattedra senese.

«Se stiamo alle regole del giornale per cui scrive, secondo cui il sottosegretario Durigon deve lasciare per l’idea estiva di (re)intitolare una piazza ad Arnaldo Mussolini, il Montanari deve allegare le sue dimissioni prima di adesso. Migliaia di cadaveri pesano più di una targa. O no?».

Nel pomeriggio di martedì giunge piccata la replica dello stesso professore universitario.

Il quale definisce in primo luogo come «eterna cloaca fascista» le richieste di dimissioni avanzate sul suo conto.

Conclude poi, «Nessuno stupore: i fascisti epurano i professori. Ma, mi spiace, c’è ancora una Costituzione».

 

Niccolò Magnani per Il Sussidiario. Net

 

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