Tony Negri e la sua lucida visione della globalizzazione
Tony Negri incappò nelle maglie della giustizia per questioni prevalentemente ideologiche in base a quello che fu denominato teorema Calogero anche se erano indubbie le sue tendenze rivoluzionarie, venne accusato di essere in ispiratore anche se non un organizzatore. In un primo tempo espatriò in Francia, inseguito dalla fama giudiziaria di cattivo maestro.
In Francia fu accolto in base alla dottrina Mitterrand che accoglieva tutti coloro che si sottraggono alla legge dei propri Paesi per questioni puramente politiche. Insegnò filosofia in varie università francesi tra cui la Sorbona e la Scuola Normale Superiore
Anni dopo, in seguito ad un patteggiamento, tornò in Italia per scontare la pena residua e pareggiare i conti con la giustizia, per poi tornare in Francia. Uno dei suoi principali saggi fu pubblicato nel 2001 in collaborazione con un professore americano Michael Hardy dal titolo “Impero”. Questo libro di Negri è una delle più lucide analisi sulla moderna globalizzazione liberista che ha mutato volto e sul nuovo imperialismo che non poggia più sulle nazioni come un tempo, ma sulla grande finanza internazionale.
La figura del capitalista descritta da Negri, non è più quella del grasso imprenditore col sigaro e la bombetta, illustrato nelle tele espressioniste di Otto Dix. Però non è rappresentato neppure da personaggi come nell’immaginario collettivo sono Berlusconi, Elon Musk o Bill Gates, pionieri individuali alla Paperon de Paperoni. Infatti il nuovo mondo del libero mercato globale, non solo ha travolto gli Stati Nazionali, ma ha trasferito la sovranità di fatto ad una nuova entità senza nome né legittimazione giuridica riconosciuta dal diritto internazionale, come invece erano gli Stati. Con la Rivoluzione, la sovranità passa dal monarca assoluto che la deteneva ad un altro soggetto giuridico, il popolo sovrano, cioè la nazione
Si comprende in tal modo perché il globalismo detesti gli Stati legittimati dal diritto e cerchi di screditare. Negri nel suo libro elenca molti soggetti che sarebbero i vertici di questa nuova entità potente quanto nebulosa a cui ha dato il nome improprio di impero e questi sarebbero: i vertici degli USA ed il Deep State, certi vertici del G8, circoli militari che gravitano intorno alla NATO, la Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, le numerose multinazionali, e i fondi di investimento. Negri sembra ispirarsi alla profezia di Karl Marx quando il filosofo di Treviri afferma che dopo aver alienato i lavoratori dai loro strumenti di lavoro, il capitalismo, proseguendo il percorso intrapreso, in futuro alienerà il capitalista stesso dal capitale perché è una logica che tende alla spersonalizzazione.
Infatti nella descrizione di “Impero” sembra avverarsi ciò che pareva assurdo. Oggi i detentori del potere non sono più coloro che posseggono materialmente la ricchezza ma coloro che la gestiscono. Infatti la finanza si è sostituita all’imprenditoria e il potere è in mano al management dei fondi di investimento
Un esempio per tutti, BlackRock sembra governare il mondo perché è la più grande società di gestione degli investimenti e detiene dieci trilioni di dollari corrispondente alla metà del prodotto interno lordo degli Stati Uniti. In pratica si deduce dal libro di Negri che alcuni soggetti privati, senza alcuna legittimità internazionale, cercano di scippare allo Stato le proprie prerogative giuridiche e soprattutto il concetto di sovranità sostituendolo col potere effettivo che alcuni individui e vogliamo ricordare, non poteri, che non rappresentano nessuno se non loro stessi, tentano di ufficializzare la loro attività come furono ufficializzate le navi di corsa in una certa epoca.
L’arma più forte di questi personaggi è quella di spacciarsi per difensori delle libertà. Ingannano in questo le masse con il gioco delle tre carte
Gabellano i desideri riposti di ogni individuo per diritto inviolabile, eclissando i veri diritti. Così facendo cercano di fare dimenticare il fatto che il loro agire non è legittimato da alcuno. Il professor Antonio Negri è scomparso due anni fa e alcuni giornali titolarono che era morto il cattivo maestro.
Ha avuto un trascorso un po’ movimentato e burrascoso ed ha vissuto un periodo di estremizzazioni e radicalismi
Si era interessato a varie tematiche, famoso un suo saggio sul filosofo Spinoza. Talvolta una persona può anche essere travolta da tsunami della propria epoca, però occorre dire che aveva qualcosa da comunicare e questo è un bene se penso che molte persone non hanno niente da dire oppure seppelliscono i talenti sotto terra come nella parabola e non si spendono.
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