TOTI GIOVANNI, Presidente di centrodestra della Regione Liguria
Per ragioni di appartenenza, essendo genovese di nascita e di costumi, sono più intrigato alla vicenda “ Toti / Spinelli /Signorini ed altri” che alle parallele inchieste sarde sul “destro” Solinas (qui la luce della Procura, per combinazione, si è accesa a venti giorni dalle elezioni regionali e si è spenta a risultato acquisito: la vittoria è stata corale, ognuno ci ha messo del suo, compresa la Magistratura militante), quelle pugliesi su vari politici “sinistri” con accuse di affinità elettive (ma anche elettorali) mafiose, quelle torinesi che coinvolgono un “sinistro” mammasantissima locale, per non parlare delle molte altre in fase di svolgimento su e giù per i diversi gradi della Giustizia italiana.
Le inchieste parallele mi emozionano meno per fatto personale ma anche perché paiono meno invasive sulle sorti elettorali prossime e sulle prospettive di governo regionali: è in ballo la Liguria, una Regione se non rossa almeno rosa per molti anni e passata al verde/blu proprio con Toti
Il trio Bucci, Toti, Rixi ha portato in Liguria aria nuova e pragmatismo, ha rifatto il Ponte Morandi in tempi ignoti in Italia, ha riattivato i cantieri del terzo valico ferroviario Genova > Milano, ha ripreso a costruire la “Gronda” autostradale che salta la città da ovest a est, ha iniziato i ciclopici lavori di raddoppio del porto, solo per dire le cose più note ed impegnative.
Il trio conserva e forse ampia il 56,5% ottenuto alle regionali 2020 (con la lista Toti Presidente al 23%) e il 55.5% ottenuto da Bucci al primo turno delle ultime comunali. Difficile rimontare per una opposizione chiacchierona, divisa e minoritaria.
Devono accadere altre vicende
Da oltre 3 anni un pezzo della Procura genovese indaga sulla attività politica ma anche sulla vita privata del Presidente Toti: mette insieme un dossier di 9.000 (novemila) pagine, a dicembre 2023 si dichiara pronta a procedere, il GIP acconsente, passano settimane e poi mesi, solo a inizio maggio arriva l’incriminazione. Soccorre il divo Giulio (Andreotti): … “ a pensar male” …..?
Soccorre anche un briciolo di storia:
Luciano Violante, una delle menti più brillanti di cui dispone la sinistra, dal PCI fino ai suoi epigoni variamente denominati, a fine anni settanta aveva individuato un elemento di debolezza nella scarsa influenza del Partitone sulla Magistratura che all’epoca aveva un substrato culturale di centrodestra perché di prevalente estrazione “borghese”.
Si trattava di istituire il “giudice organico” simile all’ intellettuale organico suggerito da Gramsci e già all’epoca in piena ed efficace attività (il suo successivo sviluppo diventerà poi l’ipertrofia che ingombra tuttora il “culturame” di sinistra, come diceva Mario Scelba più di settanta anni fa).
Il PCI recepì e inserì nei programmi formativi delle Frattocchie, la sua Scuola politica, corsi di preparazione ai concorsi di accesso alla carriera giudiziaria
I primi effetti si videro con le sentenze dei così detti “giudici del lavoro”, peraltro quasi tutte riformate nei successivi gradi di giudizio per mancanza di equità: grande soddisfazione della CGIL, caduta (finora irreversibile) dell’indice di produttività nazionale.
Ma non era sufficiente: ci volevano le Procure che, in nome del popolo italiano, individuano il reo (non il reato) e lo perseguono.
L’intellettuale organico, dalle trincee della comunicazione, dello spettacolo o della “cultura”, fiancheggia il magistrato organico e l’indagato è fottuto: assolto con formula piena dopo 5/10 anni? Riprocessato per lo stesso reato da altri inquirenti, come quel poveretto del generale Mori? prescritto per le lentezze della procedura? Poco importa, l’ultimo dei problemi sembra essere quello di dover dimostrare che il reo è reo.
Quando la vicenda giudiziaria si conclude con assoluzione (90% dei casi!), interviene il “gruppo editoriale organico” che mette la notizia assolutoria nel trafiletto a pagina 19, dopo che anni prima aveva dedicato decine di prime pagine a svaccare il “reo”
Il meccanismo ha trovato storica attuazione nel lavacro di Mani Pulite: una cosmica congiuntura favorevole.
Il fastidioso PSI (primo obiettivo della crociata), una DC fradicia, snaturata dalle sue correnti di sinistra, data in mano da Moro al PCI anni prima, il peggiore Presidente della Repubblica mai inflitto agli italiani (Oscar Luigi Scalfaro), una squadra di disinvolti “togati” – capeggiati da un Savonarola del diritto (il Saverio Borelli del “resistere, resistere, resistere” non si è mai capito a chi o a che cosa) – che, casualmente? diventeranno ministri, fonderanno partiti, presiederanno Sindacati, combatteranno la guerra dei trent’anni contro il guastafeste.
Berlusconi, a cui ne fecero di tutti i colori
Conclusione: la sinistra ha potuto governare il Paese, anche sotto mentite spoglie, per anni anche se non era amata (ma neanche votata) dalla maggioranza degli italiani.
Poche storie: nella Nomenclatura del “sistema” descritto da Palamara (prontamente silenziato) non emerge alcun referente politico di centrodestra.
Dieci anni fa arrivò un nuovo giocatore, Grillo e la sua sciagurata prole politica: il M5S, un flagello che neanche Attila!
I Magistrati “impegnati” ebbero a disposizione un nuovo pilastro politico di “bocca buona”, meno colto, più disinvolto.
Quasi in contemporanea nasceva un nuovo giornale dedicato a descrivere scandali e corruzioni, quando c’erano, e a stimolarli quando non c’erano, guidato dall’empatico Travaglio, capace di rattristare anche i raggi del sole.
I Magistrati impegnati si liberarono dalla esclusiva della sinistra: cannonate anche a quella sinistra che non sosteneva il “sistema”, da Renzi (e Boschi), famiglia, amici, conoscenti ai 94 esponenti del PD oggi indagati in Italia
Per dire in conclusione che in Liguria potrebbe trattarsi del consueto copione: inchiesta pluriennale, un ginepraio da 9000 pagine in cui è difficile distinguere gli stracci dalla seta, la Procura che si ritiene esentata dall’obbligo di dimostrare che i finanziamenti ricevuti e dichiarati dalla lista elettorale “Toti Presidente”, non dal signor Toti, sono in realtà il prezzo della “promessa di procurare qualunque altra utilità” ai donatori, i mezzi di comunicazione, in prevalenza quelli dei miliardari della GEDI e il solito Fatto Quotidiano, in campo a sbattere il mostro in prima pagina, il PD e il M5S a invocare dimissioni! dimissioni! Nuove elezioni con la speranza che lo svaccamento consenta di tornare a governare una Liguria che con loro era rimasta immutata in tutte le sue criticità per un paio di decenni.
Mi auguro per il bene che tuttora voglio alla mia terra di origine che il disegno, se disegno c’è, non si realizzi, né oggi in Liguria né domani in nessuna parte del bel Paese.
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