Due trans pugliesi sono stati bloccati e trattenuti dalla polizia egiziana al loro arrivo ieri a Sharm El Sheik, dove si erano recati in vacanza con due loro amici. Si tratta di Cosimo Loredana Corallo, 43 anni, e Michele Mikaela Sannicandro, di 45 anni.
Tecnicamente il fermo provvisorio, in attesa di essere rimpatriati in Italia, sarebbe dovuto al fatto che le autorità egiziane non ritengono validi i loro documenti, ma gli amici parlano di visto negato per il loro orientamento sessuale. «Mia sorella è stata fermata in aeroporto – racconta all’Ansa la sorella -, la motivazione è che pensano che i documenti non corrispondano a lei, a loro. Non sono documenti falsi, ma pensano non siano loro in quanto trans».
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A bloccare il suo ingresso e quello di Loredana Corallo i documenti di entrambe che, con molta probabilità, le autorità del luogo non ritengono validi in quanto entrambe transessuali. Ad avvertire le famiglie sono stati due amici in vacanza con loro che poi hanno proseguito il viaggio giungendo a destinazione. Famiglie che non hanno ancora notizie delle ragazze, che lavorano nell’ambito della ristorazione a Bitonto. Il loro rientro in Italia avverrà in serata, riferisce all’ANSA l’avvocato della famiglia Sannicandro: «Ho avuto un contatto con l’Ambasciata italiana al Cairo, che era già al corrente della vicenda, e poi con il console».
Secondo quanto ha riferito il legale, a impedire alle due donne di entrare in Egitto sarebbe stata «la discrasia tra i dati anagrafici riportati sui documenti d’identità esibiti per il visto d’ingresso in Egitto rispetto all’aspetto esteriore». Un analogo episodio è avvenuto il 16 agosto scorso, sempre a Sharm el Sheik, dove Federica Mauriello, transgender partenopea socia dell’associazione transessuale Napoli denunciò, tramite Facebook, di avere ricevuto «sputi, offese e anche a calci da parte della polizia perché in Egitto le persone transessuali non sono gradite».
Quando gli Lgbtq pensano che tutto il mondo sia fucsia ed arcobaleno, che “Allah loves equality” e che le culture da cui vengono i fratelli migranti siano esempi di lotta all’omofobia, al maschilismo ed alle discriminazioni, questi sono i risultati.