Valentina Petrillo, transgender. Nato uomo ma si sente donna. Però ha il fisico di un uomo. E vuole gareggiare con le donne. I 400 metri corsa, per la precisione.
Indovinate un po’ le donne, nate donne, col fisico di una donna, che possibilità hanno di vincere contro la transgender Valentina? Chi dice ZERO ha vinto. Ma poco, perché il risultato era abbastanza semplice, non trovate?
La svolta definitiva per l’ammissione alle gare è avvenuta nel lontano 2015. Il Comitato Olimpico Internazionale ha dato la luce verde su questo abominio burocratico sancendo che se Valentino avesse abbassato il proprio livello di testosterone (cosa naturalmente alta in un uomo), avrebbe potuto gareggiare con le donne.
Il transgender si è così potuto/a iscrivere addirittura agli Europei polacchi gareggiando per l’Italia. W l’Italia! Però ha dichiarato di aver sofferto tanto per via delle cure ormonali. Scelte private, cara/o Valentina/o.
Adesso però dovrebbe cominciare il divertente, almeno per me. Si sa infatti che i paladini di questa scellerata liberalizzazione di tutto sono una certa fetta della politica nostrana. Quella stessa fetta che fa delle pari opportunità di genere un cavallo di battaglia imbizzarrito.
Mi chiedo ora, come potranno tutte le nostra anime buone (buoniste) con scarabocchiato sulle mani DDL ZAN da una parte e FEMMINISMO dall’altra a far conciliare le due cose?
Sì perché io che sono di destra, e quindi ho un intelletto sicuramente limitato rispetto a cotanta kultura, non riesco a capire come possiamo dare opportunità alle donne di vincere le gare se manomettiamo le gare piazzandoci uomini. Che si sentiranno pure donne, ma sempre uomini sono.
E fintanto si tratta di una corsa, magari ci possiamo anche stare. Ma pensiamo a uno sport a me caro: il pugilato. Quasi quasi mi faccio crescere i capelli (difficile dato che sono pelato come una boccia) e mi faccio chiamare Nicoletta.
Ci sta che nella mia categoria femminile (sopra gli 81kg) qualche decina di incontri li vinca. Ma io mi sento decisamente donna e quindi è mio diritto combattere con chi mi riesco a relazionare meglio.
Femministe di sinistra, per favore, dite qualcosa che mi sento spaesato/a.
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