Trasferire la popolazione di Gaza. È giusto farlo? Può funzionare?

Trasferire la popolazione di Gaza.

È giusto farlo? Può funzionare?

La risposta è sì

Il piano del Presidente Donald Trump di trasferire i “palestinesi” che attualmente vivono a Gaza ha scatenato forti reazioni da parte di politici, attivisti e media.

Le obiezioni possono essere suddivise in morali e pratiche. I “moralisti” sostengono che è “sbagliato” trasferire la popolazione di Gaza, mentre i “pragmatici” ritengono che ciò sia impossibile. Entrambe le obiezioni sono infondate

La popolazione ebraica di Gaza è stata trasferita due volte, la prima dopo l’invasione e la conquista di Gaza da parte dell’Egitto durante la guerra d’Indipendenza del 1948-1949, e la seconda volta dopo il disimpegno del 2005, che eliminò con la forza 21 comunità ebraiche ed espulse le famiglie che vi risiedevano.

Non solo i politici e i media non si sono opposti allo sgombero forzato delle comunità ebraiche di Gaza, ma tale mossa è stata salutata come un passo verso la pace regionale.

Molti, se non la maggior parte, dei “piani di pace” propongono l’ulteriore trasferimento di centinaia di migliaia di ebrei che vivono in Giudea e Samaria per aprire la strada alla creazione di uno “Stato palestinese”

Tali piani, pur opponendosi al trasferimento dei musulmani di Gaza nei Paesi arabi, considerano gli ebrei residenti in Cisgiordania coloni e le loro comunità “insediamenti”, proponendo di trasferirli altrove.

La risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stata interpretata da molti politici e media come un obbligo per Israele di ritirarsi dal territorio, comprese alcune zone di Gerusalemme, dove vivono 450.000 ebrei.

Le stesse persone che insistono sul fatto che è moralmente sbagliato e irrealistico spostare 2 milioni di musulmani da Gaza ritengono moralmente giusto e fattibile reinsediare quasi mezzo milione di ebrei in Israele

Gli oppositori della proposta di Trump non credono che spostare una popolazione sia intrinsecamente sbagliato, preferirebbero trasferire gli ebrei anziché la popolazione coloniale arabo-musulmana.

Non sono contrari allo spostamento della popolazione, ma sostengono il terrorismo

Una volta chiarita la questione morale, che dire di quella pratica? È fattibile?

Alcuni sostengono che la popolazione arabo-musulmana della Striscia di Gaza non potrebbe essere spostata senza “combattimenti casa per casa”. Ma la recente esperienza di Israele nella guerra successiva al 7 ottobre 2023 dimostra chiaramente che ciò non è vero

Nonostante le false accuse di genocidio, gli israeliani hanno ridotto al minimo le vittime civili evacuando quanti più “civili” possibile da una parte all’altra di Gaza.

Nonostante fosse stato detto loro che era impossibile farlo, gli israeliani hanno evacuato centinaia di migliaia di abitanti di Gaza per lanciare le operazioni militari.

Fuori da Israele gli esempi non mancano. Nel 1970, la cosiddetta guerra del Settembre Nero tra la Giordania e l’OLP causò la morte di circa 4.000 terroristi e di almeno 25.000 civili, secondo Yasser Arafat, e non meno 20.000 “palestinesi” vennero trasferiti nei campi profughi in Libano.

Dopo la guerra del Golfo del 1991, il Kuwait punì i “palestinesi” che avevano collaborato con Saddam Hussein in Iraq, espellendone circa 280.000 in una purga di massa a cui si unirono in seguito l’Arabia Saudita, il Qatar e altri alleati del Golfo, per un totale stimato dai sostenitori dei “palestinesi” intorno ai 400.000

Il Kuwait bombardò i quartieri “palestinesi” e mandò squadroni della morte a massacrarli.

Furono schierati carri armati e truppe, istituiti posti di blocco e la maggior parte dei “palestinesi” fu cacciata dal Kuwait e i loro quartieri vennero distrutti

Intere zone dove vivevano i “palestinesi” furono rase al suolo e trasformate in un parco di divertimenti.

Ciò venne fatto con il sostegno dell’amministrazione di George H.W. Bush

Il Presidente Bush nel 1991 disse: “Credo che ci aspettiamo un po’ troppo se chiediamo alla popolazione del Kuwait di vedere di buon occhio coloro che avevano spiato i loro connazionali rimasti lì, che avevano brutalizzato le loro famiglie e cose del genere”,

L’Arabia Saudita ha espulso più di 50.000 “palestinesi”, il Bahrein, gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar, che nel frattempo è diventato uno Stato sponsor di Hamas, hanno iniziato a licenziare, respingere ed espellere i “palestinesi”

Niente di tutto questo ha suscitato grandi proteste o commenti. Tutto ciò avvenne con il sostegno dei governi occidentali che, come Bush, paragonarono questi eventi alle reazioni dei francesi contro i collaborazionisti dopo l’occupazione nazista, e la vita presto tornò alla normalità.

Via i “palestinesi” da Gaza.

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