Siamo alle ultime ore della presidenza Trump, presidenza che a livello di risultati economici per gli USA è stata molto buona, come non se ne vedevano da anni. Trump ha però vinto 4 anni fa senza il favore dell’intero partito repubblicano americano e questo ha fatto si che in questa ultima elezione, lui, non il partito, come candidato repubblicano, abbia ottenuto 75 milioni di voti veri dai cittadini americani, perdendo per un milione e poco più dallo sfidante democratico Biden. Una valanga di voti mai vista in una elezione americana.
Cosa possiamo chiosare a questo punto su questa presidenza così “personale” di Trump? Sicuramente ha compattato un intero elettorato dietro la sua figura. Ha creato benessere pre COVID. Ha sicuramente segnato un punto contro l’espansionismo silenzioso della Cina, paese che non brilla certo per democrazia e diritti umani.
Potremmo dire che chi perde è destinato al declino, perché il potere logora chi non ce l’ha. Potremmo pure dire che Trump personalizzando la politica su sé stesso di fatto ha tolto di scena un partito, quello repubblicano, confinandolo su posizioni estremiste, potremmo perfino dire che l’eccesso della politica portato da Trump agli estremi ha generato un sentimento nazionalista all’interno della democrazia americana.
Siamo alla fine di un’epoca dunque?
O siamo più semplicemente all’inizio di una nuova era nella quale la amministrazione americana Biden non potrà non tener conto dei 75 milioni di voti presi dall’uomo Trump. E quindi anche in termini di politica interna dovrà tenerne conto, senza tener di buon occhio il programma elettorale di sinistra per il quale ha vinto le elezioni.
Credo che non sia un problema di partiti politici, credo che sia più un aspetto legato al Nuovo Ordine Mondiale che è in corso. Il decoupling a favore di Cina, India, Russia ed altri, sempre più indipendenti dal destino della Great America, ci porta diretti ad un nuovo paradigma. Che però in questo periodo possiamo solo intuire ed auspicare sia a favore dei diritti democratici conquistati con secoli di battaglie dai popoli occidentali.
Il nuovo paradigma non è detto faccia leva su Keynes, Adam Smith, Marx, o su uomini politici come Talleyrand o Churchill. Nemmeno forse su figure illuminate come lo fu Lorenzo il Magnifico. Potrebbe più semplicemente fare leva sul governo delle multinazionali, esautorando di colpo gli Stati Sovrani, riuniti magari in tecnostrutture come l’UE.
Certo la Cina è uno stato sovrano, ma è una dittatura. A questo punto, la strada sembra tracciata e Trump, pur con la sua “follia”, rischia di essere tra cento anni, ricordato come un presidente che si oppose al governo di alcuni riuniti in strutture oligarche per favorire il governo dei molti, del popolo, che in democrazia, viene appunto rappresentato da chi vince le elezioni.
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