Turchia. Condannati 37 presunti collaboratori del Mossad
Si è concluso a Istanbul il processo a carico di 56 imputati, rinviati a giudizio dopo l’arresto, avvenuto nel gennaio scorso, con l’accusa di aver ottenuto informazioni a fini di spionaggio per conto del Mossad (intelligence israeliana all’estero).
19 le assoluzioni e 37 le condanne
Queste ultime, tuttavia, non hanno soddisfatto appieno la richiesta dell’accusa, che puntava a pene molto più elevate.
Nonostante gli avvocati della difesa abbiamo ribadito come le prove a carico dei propri clienti fossero insufficienti, sono state comminate pene dagli 8 ai 6 anni di carcere, a fronte dei 20 richiesti per ogni imputato, L’accusa, appunto, quella di essere collegati con il Mossad. Stando all’atto compilato dall’Ufficio del Procuratore Capo di Istanbul, infatti, i servizi segreti israeliani avrebbero formato una squadra operativa in loco, avvicinando gli aspiranti collaboratori on line, attraverso social media, sistemi di messaggistica istantanea e simili.
Secondo quando riportato dall’agenzia governativa di stampa turca Anadolu, essi dovevano “fornire risorse remote, trasferire denaro alle sue fonti tramite corriere dal vivo e svolgere compiti tattici mirati ai suoi obiettivi sul campo”
Ciò si sarebbe tradotto in ruoli più tattici ma anche in mansioni da remoto, che avrebbero riguardato la creazione/gestione siti web o di informazione on line, ma anche la raccolta di documentazione videografica e fotografica, su individui di particolare interesse. Tale ricerca, tra l’altro, doveva anche fornire informazioni relative alla Siria e al Libano.
I pagamenti, sempre secondo quanto si apprende da Anadolu, avvenivano tramite società internazionali di trasferimento di denaro, criptovalute ma anche corrieri fisici.
All’inizio di settembre il caso era ritornato in auge in seguito all’arresto di un cittadino kosovaro, Liridin Rexhepi, fermato il 30 agosto perché sospettato di essere uno dei “tesorieri” del Mossad, con il compito di gestire una rete finanziaria che muoveva denaro attraverso l’Est Europa e i Balcani con lo scopo, appunto, di finanziare la ricerca di informazioni per conto dell’intelligence israeliana.
Si resta dunque in attesa di conoscere gli ulteriori sviluppi di questa vicenda.
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