Che la Turchia stia attraversando un periodo della sua storia non proprio esaltante è ormai notizia che non fa più clamore. In qualche modo ci siamo quasi assuefatti a questa situazione, in cui spesso i diritti fondamentali delle persone vengono violati.
Ma le notizie che giungono in queste ore sono preoccupanti, in particolare una.
Kadir Gözoğlu, nome legato al partito è salito alla ribalta delle cronache, per aver pubblicato una lista. Una lista di donne che dovevano essere violentate.
Non si tratta di violenze organizzate da uno squilibrato, ma rientravano in un preciso disegno governativo.
Infatti, Kadir Gözoğlu, è presidente di un’associazione filantropica dipendente dalla moschea nel distretto di Izmit Kadıköy, e ha forti legami con l’Akp.
Ad avvalorare la tesi di stupri di stato vi è il fatto che Kadir Gözoğlu, ha minacciato di stupro Feyza Altun, Canan Kaftancıoğlu, Berna Laçin e Nevşin Mengü.
Tutte queste donne hanno un comune denominatore: sono dissidenti politiche, avvocatesse e giornaliste.
L’avvocatessa Feyza Altun, ha denunciato l’accaduto attraverso i suoi account social, ma nulla è cambiato.
Malgrado le vive proteste delle donne e di alcune associazioni femministe niente è stato fatto in questi giorni per evitare che fatti del genere si ripetano. Si attendono sviluppi sulla faccenda, ma ad ora non risultano provvedimenti.
Ovviamente Kadir Gözoğlu non è stato arrestato e continua la sua vita come libero cittadino, neanche il suo profilo social, dove aveva pubblicato la lista, è stato bloccato o sospeso.
Nessuna dichiarazione di condanna neanche dal partito al potere, ma questa è storia ordinaria nella Turchia di oggi.
Una nazione in cui le persone per vedere rispettati i propri diritti fondamentali devono anche portare avanti proteste al limite della vita, o della morte.
Fanno scuola i casi di morte per sciopero della fame dei membri del gruppo musicale Grup Yorum.
Un triste capitolo della storia recente della Turchia.