TUTTI (POCO) UNITI E SOLO PER INTERESSE
Con la nuova inversione ad U di Matteo Renzi e l’avvicinarsi inesorabile dell’appuntamento con le Elezioni Regionali, che vedranno impegnati gli elettori di Liguria, Emilia ed Umbria, riprende piede il solito refrain, mai sopito, del “tutti insieme contro”, inno di quel campo largo, più simile ad un campo di patate, inviso anche a moltoli di coloro che ne sostengono, nonostante tutto, la necessità.
Il grande carrozzone della sinistra-centro, che si costruisce ogni volta al solo scopo di “battere il nemico”, solleticando il ricordo di fantasmi del passato, vedrà impegnato nelle 3 regioni, tutto ed il suo contrario
A partire da Carlo Calenda che, seppure interno alla coalizione allargata, continua a ripetere che mai farà parte del campo largo. Nonostante, proprio in quel campo saranno presenti liste e candidati di Azione in Liguria, Umbria ed Emilia, appunto.
Un campo del quale fa parte il leader del populismo di sinistra, capace di smentire se stesso su qualunque tema e che sebbene continui a ripetere che mai farà coalizione con Renzi, proprio con Renzi ed i resti malandati di quella che fu Italia Viva, farà coalizione in Liguria, Umbria ed Emilia.
Un campo largo, o presunto tale, contro cui per anni si è scagliato lo stesso Renzi, che più volte ha ricordato come fu proprio lui il fautore della caduta dei Governi Conte, e che ora si strugge al cospetto del Presidente a 5 Stelle pur di ottenerne un gesto di consenso. Renzi, che pur di essere in coalizione con gli odiati populisti grillini, sconfessa se stesso al punto di sostenere la candidatura a Presidente della Regione Liguria di Orlando, uno dei più giustizialisti degli ex Ministri della Giustizia della storia del nostro Paese.
In tutto questo bailamme, più a sinistra si gongola compiaciuti, con la Schlein che si ritrova ad essere la più corteggiata del reame e la coppia Fratoianni-Bonelli che, dopo aver ripreso fiato grazie alla candidatura della ex galeotta Salis alle Europee, attendono sornioni lo svolgersi di questa commedia dell’arte.
Certo, la credibilità in politica è, o dovrebbe essere, altra cosa, ma tanto sembra bastare alle scarse legioni di affezionati che restano ai cocci di questo sinistra-centro, sempre più privo di idee e contenuti, a cui non resta che proporre, per l’ennesima volta, una sorta di fronte di liberazione da un nemico e dai fantasmi che ancora vivono in alcune, per fortuna minoritarie, menti ancorate ad un secolo fa
Divisi su tutto, ma uniti dall’unico scopo: ottenere il potere perso, sacrificando la buona politica, i programmi e l’amministrazione del bene pubblico.
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