Tutto il lessico che indispone la sinistra: caviale, cashmere e radical chic
Isquierda caviar
L’espressione”sinistra al caviale” usata in questi giorni da Giorgia Meloni per ironizzare verso le opposizioni, non è affatto un unicum.
Al riguardo, consigliamo alla sinistra italiana e non solo di accettare, come ormai codificato da decenni dal linguaggio europeo, alcuni appellativi che dovrebbero farla riflettere e non poco.
In Spagna “Izquierda caviar” si usa colloquialmente per far riferimento a quella classe politica che, pur proclamandosi di sinistra, vive nel lusso e non si impegna per il popolo. In francese lo stesso concetto è contenuto nell’espressione “Gauche caviar” (o “bobos”, abbreviazione di “bourgeoisbohemian”), in Germania in quella “Salonsozialist”.
Hollywood liberal
Ma non finisce qui. Si prosegue con “socialisti allo champagne” per arrivare ai”comunisti col Rolex ” fino alla”sinistra Ztl”. Ed ancora gli americani parlano di “limousine liberal” e”Hollywood liberal” (quanto mai attuali anche in questo momento storico statunitense).
Un suo storico contributo lo ha dato anche Faust Bertinotti, che, odiando l’acrilico, si è sempre dichiarato grande amante degli immancabili maglioncini di cashmire. E’ così nata un’altra fortunatissima espressione: sinistra al cashmere.
Radical chic
L’espressione senza dubbio più nota e che ha fatto scuola è “radical chic. Ha origine da un articolo pubblicato da Tom Wolfe l’8 giugno del 1970 su New York Magazine. Wolfe racconta una festa organizzata dal famoso compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein nel suolussuoso appartamento a Park Avenue, Manhattan. La serata, , aveva come scopo la raccolta di fondi in favore del Black Panther Party, un’organizzazione politica afroamericana nata per opporsi alle discriminazioni razziali subite dalla comunità nera e con un’impronta marxista-leninista e anticapitalista.
I camerieri bianchi servivano tartine al Roquefort per evitare di offendere gli ospiti afroamericani, sottolineando l’ironia e l’ipocrisia del tentativo di apparire solidali con le lotte sociali pur restando profondamente ancorati ai propri privilegi.
Secondo Wolfe, il radical chic era una sorta di matrimonio pubblico ridicolo tra la buona coscienza progressista e la politica di strada, dove i ricchi potevano sentirsi moralmente superiori senza dover rinunciare ai loro privilegi.
Chi ha orecchi per intendere intenda.
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