Stretta sull’immissione di prodotti nel mercato Ue per frenare deforestazione e degrado forestale nel mondo. Presi di mira soia, carne bovina, olio di palma, legno, cacao e caffè e prodotti derivati come cuoio, cioccolato e mobili.
Questa è la sostanza del regolamento proposto dalla Commissione europea per vincolare le imprese a garantire che solo prodotti che non hanno provocato deforestazione e sono considerati legali secondo le leggi del Paese di origine siano commercializzati nella Ue. Gli operatori dovranno raccogliere le coordinate geografiche del terreno in cui sono state prodotte le merci che immettono sul mercato.
La Commissione gestirà un sistema per identificare i Paesi che presentano un rischio basso, medio o alto di produrre materie prime o prodotti «non esenti da deforestazione o non in conformità con la legislazione del Paese produttore». Gli obblighi per gli operatori e le autorità varieranno in base al livello di rischio del Paese o della regione di produzione.
Agricoltura e deforestazione
Il principale motore della deforestazione e del degrado forestale è l’espansione dei terreni agricoli. Che è legata alla produzione di materie prime che la Ue importa. Promuovendo il consumo di prodotti “senza deforestazione” e riducendo l’impatto dell’Ue sulla deforestazione globale e sul degrado forestale, indica la Commissione, le nuove norme dovrebbero ridurre le emissioni di gas a effetto serra e la perdita di biodiversità. La Fao stima che 420 milioni di ettari di foresta, un’area più grande dell’Unione europea, siano andati perduti a causa della deforestazione tra il 1990 e il 2020.
In termini di perdita netta di superficie (la differenza tra l’area di foresta bonificata e nuova superficie di foreste piantate o rigenerate), sarebbero andati persi circa 178 milioni di ettari di copertura forestale. Un’area tre volte più grande della Francia. Il Gruppo intergovernativo di esperti scientifici sui cambiamenti climatici stima che il 23% delle emissioni totali di gas serra antropogeniche (2007-2016) provenga dall’agricoltura, dalla silvicoltura e da altri usi del suolo. Circa l’11% delle emissioni complessive proviene dalla silvicoltura e da altri usi del suolo, principalmente la deforestazione. Mentre il restante 12% sono emissioni dirette dalla produzione agricola come bestiame e fertilizzanti.
Fonte: Antonio Pollio Salimbeni ilsole24ore.com
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