Un apparato inadeguato

l'Italia voleva un ruolo, che non si era preparata nel tempo

forze armate

Le Forze Armate italiane – Non mancò l’eroismo, né la determinazione né la capacità di resistenza degli italiani chiamati alle armi. Probabilmente soprattutto, in una fase iniziale non mancò neppure l’entusiasmo dello slancio. Quello che all’Italia mancava era una preparazione adeguata.

Importanti ufficiali tra i quali Badoglio e Balbo avevo cercato di dissuadere Mussolini dall’entrare nel conflitto. È ormai nota la fortissima diffidenza di Galeazzo Ciano verso le capacità dell’apparato bellico italiano. Ed il problema stava proprio tutto in questa deficienza.

Le Forze Armate italiane

Non esisteva un complesso industriale sufficiente a sostenere lo sforzo bellico. Anzi quello esistente era assolutamente inadeguato. Le forze di terra non erano rifornite di mezzi moderni, erano poco meccanizzate.

La Marina, che era la forza armata meglio equipaggiata, non aveva una portaerei all’altezza della situazione, e mancava di adeguato armamento contraereo. Quindi fu costretta spesso a giocare sulla difensiva rimanendo ormeggiata nei porti.

L’aeronautica contava velivoli di eccellenza, ed estremamente moderni. Ma erano pochi.

Lo sforzo albanese, africano e spagnolo aveva stremato le nostre forze armate, perché lì era stato impiegato il meglio.

Molte forze armate, in primis quelle dell’Unione Sovietica, ebbero bisogno durante il conflitto di rinnovarsi complessivamente in corso d’opera ,di passare a grandi numeri. Ma qui viene il nocciolo della questione, qui viene il punto.

La vera impreparazione era quella dell’apparato industriale che non supportava le esigenze dello sforzo bellico per poter produrre su vasta scala i materiali necessari. Oltre alla penuria di materie prime non adeguatamente approntate in maniera preventiva, c’era un paese che poteva sperare solo in una guerra breve.

L’intervento americano

E a questo paese se non fossero entrati in gioco gli Stati Uniti, che con la loro vitalità e la loro capacità produttiva su vastissima scala sproporzionarono le condizioni delle forze in campo nel conflitto, sarebbe potuta anche andare in maniera fortunata. Ma l’intervento americano cambiò tutto.

Sarebbe lungo, complesso andare ad analizzare i vari errori strategici compiuti, che comunque potevano avvenire in qualsiasi compagine militare di qualsiasi paese. Il vero problema è che per una guerra come il secondo conflitto mondiale la logistica, l’approntamento, la produzione in tempi rapidi ed i numeri elevati erano fondamentali.

Non bastava più mandare centinaia di migliaia di uomini al fronte, se non si era in grado di rifornirli di armamenti moderni. Se non si era in grado di trasportarli velocemente con mezzi sicuri. Di coprire l’avanzata terrestre e quella delle navi con la produzione di molti aerei, e di carri armati moderni.

La seconda Guerra mondiale è stata vinta dall’apparato industriale di una grande potenza come quella americana, che ha fatto la vera differenza. Gli stessi russi non avrebbero potuto resistere all’urto tedesco se non avessero avuto il supporto statunitense.

Non dobbiamo negare che Winston Churchill avesse ragione nel definire l’Italia il ventre molle dell’asse. Ma non per un impreparazione civile, morale italiana che fosse di vero irrecuperabile scompenso. Germania e Giappone avevano un apparato industriale eccellente, che riuscì a soddisfare anche oltre misura le esigenze delle forze armate.

Noi avevamo un aliante al posto di un razzo spaziale. L’Industria bellica italiana era totalmente impreparata, con questa non potevamo pensare di arrivare su Marte.

 

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