Un bilancio macabro. Centocinque donne assassinate dall’inizio dell’anno
Nessuno può negare che si tratti di un numero impressionante per un paese che vuole definirsi civile.
Non si può negare che sia un fenomeno preoccupante, in continua crescita e che, al di là della retorica, della propaganda della demagogia, l’emergenza esista veramente.
Non basta neanche a contenerlo l’innalzamento delle pene o l’educazione nelle scuole. Qui si parla di un fenomeno culturale, legato soprattutto alla perdita dell’importante ruolo che la famiglia aveva nella trasmissione di sani valori morali.
L’assassino
Di questo assassinio e del suo insano ed imbecille esecutore ha giustamente detto Vittorio Feltri: “L’epilogo conferma che si tratta di un episodio disgustoso con pochi precedenti. Tra l’altro si è capito che il delitto è stato premeditato. In più bisogna tenere conto della crudeltà che si manifesta anche nel racconto che viene fatto dai cronisti. Queste storie non sono destinate a finire perché sappiamo come i femminicidi siano sempre più numerosi. La cosa più sconvolgente, però, per me è la stupidità, la scarsa intelligenza anche dell’assassino. Dove pensava di andare? Con pochi soldi in tasca e subito esauriti e con un rifornimento dell’automobile molto scarso”.
Certamente non un genio del crimine, visto che sembra avesse anche premeditato.
Ma non è di questo imbecille che vale la pena parlare. Bisogna parlare purtroppo del fatto che il fenomeno è più grande di questo episodio. Bisogna curarsi del retroterra culturale che ha portato a questo.
La nostra società
Qualcuno dice che è colpa della società patriarcale. A me sembra che la società patriarcale sia morta da molto tempo. Con un livellamento ed un’omologazione conseguente di classe sociale, che oggi assolve anche la società borghese. Anch’essa morta e sepolta ormai da tempo.
Abbiamo avuto anche la cancellazione dei valori tradizionali della civiltà contadina. Una grande civiltà nella nostra storia, magari imbevuta nell’ignoranza di una superstizione, ma intrisa della sapienza e dei valori del cristianesimo. Quei valori di pietas, di umanità, che rendevano rari ed esecrabili questi delitti.
Guardiamo in faccia alla realtà. È giusto dire che non sono mostri, che i mostri sono uomini prodotti dalla società moderna. Appunto dalla società moderna. È la società moderna, relativista, prima di valori, edonista che produce questi uomini . Sono uomini del nostro tempo non uomini del passato.
Pasolini se ne era accorto
Pasolini aveva già rilevato che gli esponenti di diverse classi sociali si erano omologati. I comportamenti dei giovani erano i medesimi, i pariolini ed i borgatari erano contagiati dalla stessa brutalità di comportamento.
“Il lettore confronti personaggi come i pariolini neo-fascisti che hanno compiuto l’orrendo massacro in una villa del Circeo, e personaggi come i borgatari di Tor Pignattara che hanno ucciso un automobilista spaccandogli la testa sull’asfalto: a due livelli sociali diversi, tali personaggi sono identici: ma “i modelli” sono i primi, quei figli di papà, che così a lungo – per secoli – sono stati sfottuti e disprezzati dai ragazzi di borgata, che li consideravano nulli e pietosi. Mentre erano fieri di ciò che essi stessi erano: della loro “cultura”, che dava loro gesti, mimica, parole, comportamento, sapere, termini di giudizio”. Queste le parole usate da Pasolini.
Proprio gli inetti e superficiali delatori, che si scatenarono contro lo scrittore friulano, dimostrarono la superiorità di Pasolini. Perché, mentre i vari Moravia e Calvino, seppure amici dello scrittore, si impegnarono nel massacrarlo, nel voler continuare a sostenere quella sinistra alla quale faceva comodo dire che trattava di un delitto classista, da attribuibile quasi a ragazzi figli del pensiero borghese ottocentesco. Pasolini ebbe il coraggio di rilevare la realtà.
Mostri sono mostri
Sono mostri, ma mostri sono umani.
Si appartengono alla nostra razza queste creature. Sono una variante della specie originata nella società moderna. La nostra società giusta, buona ed egualitaria sta producendo una marea di mostri e assassinando indirettamente moltissime donne.
Se invece di perdere tempo a negarlo, a ricercare i colpevoli nella società patriarcale, morta e sepolta da molto tempo, mettessimo impegno a cercare di capirne le ragioni, forse potremmo anche prevenire questi femminicidi.
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