Un lungo tortuoso percorso 

Un lungo tortuoso percorso

Da qualche decennio è in corso la famosa guerra a pezzi che è stata combattuta su vari fronti e su più di un continente.

È stata denominata guerra a pezzi perché viene combattuta da molto tempo e su diversi fronti. Il confronto iniziò quando esisteva ancora l’unione Sovietica

La guerra in Afghanistan ad esempio fu un lunghissimo capitolo di questa guerra che è combattuta come una planetaria e tragica partita a scacchi.

Si formò in quell’occasione anche una stranissima alleanza coordinata dagli USA e che coinvolse il nuovo re dell’Arabia Saudita che era succeduto a re Faisal, che era stato assassinato. Questo re era Salman Saud che si alleò, in quell’ occasione, con lo Stato di Israele

Un’alleanza che aveva sbalordito molti ambienti anche perché il suo predecessore aveva dichiarato di avere la volontà di liberare Gerusalemme. Di conseguenza, USA, Sauditi e Israele, finanziarono e armarono i mujahidin per poter far subire si sovietici una cocente sconfitta analoga a quella che gli americani avevano subito in Vietnam. Inoltre gli strateghi statunitensi forse già pensavano all’eventualità di prendere un giorno il posto dei russi a Kabul, come avvenne puntualmente in seguito.

Occorre ricordare che quando esisteva l’URSS, l’Afghanistan era ubicato proprio al confine, sotto il ventre dell’impero comunista

Era anche per questo che anche i britannici, dalle Indie, avevano tentato di impossessarsi dell’Afghanistan dal XIX secolo durante il famoso grande gioco con la Russia degli Zar. Il crollo successivo dell’Unione Sovietica non fu casuale. Agirono una serie di concause come in una tempesta perfetta. Fu un’operazione anche di intelligence che faceva parte sempre di questa guerra cosiddetta a pezzi che da decenni si combatteva nel mondo.

Osserviamo che quando la Cina di Deng Xiaoping riformò il comunismo maoista non smembro’ lo Stato come invece avvenne in Russia

Questa era la stranezza. Inoltre ci furono molti fatti che dettero nell’occhio, quando il nuovo Presidente russo, prese a cannonate la Duma, il palazzo del Parlamento, conosciuto come la casa bianca in un violento scontro che provocò decine di morti. Ricordiamo inoltre che l’alcolista Eltsin fu il responsabile della cannibalizzazione della Russia da parte della finanza globalista tramite i cosiddetti oligarchi durante il periodo della grande anarchia. In questa globale guerra a pezzi furono interessati vari Paesi, sia asiatici che mediorientali ed anche africani, balcanici, caucasici, per giungere come oggi a scontri in piena Europa.

Non è una guerra ideologica come qualcuno vuole ancora far credere ma unicamente geopolitica e strategica

La grande colpa della Russia è quella di esistere, di avere quella determinata collocazione geografica e di essere l’eventuale cerniera di collegamento tra l’Europa e l’Asia. Anche il mondo islamico, naturale e importante sbocco del continente europeo, viene destabilizzato e semidistrutto e molti suoi leader assassinati da quando fu posta una mina al suo centro. Le guerre non sono solo quelle combattute militarmente. Esiste una mobilitazione generale che riguarda la politica, l’economia l’informazione di massa e l’intelligence.

Tutti ricordiamo il caso Assange e la repressione censoria che ha rappresentato

Recente l’affermazione di Mark Zuckerberg che ha sostenuto pubblicamente di aver ricevuto pressioni dalla Casa Bianca per censurare informazioni che riguardavano case farmaceutiche. Poi abbiamo le rivelazioni di Robert Kennedy Junior che accusa il partito democratico di essere diventato il partito della guerra, della grande finanza, della censura, delle case farmaceutiche. Infine abbiamo l’arresto clamoroso a Parigi del fondatore di Telegram, l’imprenditore Pavel Durov. Arresto ispirato dall’interesse dei servizi occidentali a impossessarsi dei dati del social.

Anche se rilasciato Pavel ha l’ordine restrittivo di non lasciare la Francia

Questo mentre Maduro In Venezuela scioglie molte ONG perché teme possano agire come agenti destabilizzatori. Le Primavere arabe e le rivoluzioni colorate hanno insegnato molte cose. La cosa grave è che questa guerra a pezzi sta avendo conseguenze negative in altri campi.

Una di queste conseguenze è la crisi economica in cui è stata precipitata l’Europa a causa del fattore energetico

L’altra è la perdita della sovranità politica di tutti gli Stati interessati nel momento dell’emergenza e la fine della politica.

Infatti la classe politica di tutto l’Occidente mette in scena uno spettacolo in cui i protagonisti sembrano ripetere balbettando delle veline scritte da altri attori che non compaiono in cartellone.

Non è una perdita da poco perché ricordo che per i Greci la politica corrispondeva alla mente e all’anima della comunità.

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