Un occidente fragile

GUERRA

Un occidente fragile

A novembre 2024, che vinca Joe Biden o Donald Trump, molto dipenderà da come il nuovo Presidente vorrà chiudere la partita con Vladimir Putin: a partire da lì, si ridisegneranno i poteri e i destini del mondo.

Ma, nel neolinguaggio globalista, che cosa significa “vincere-perdere”?

Se, alla fine, Putin si tiene Crimea e Donbas ha vinto o perso?

Se Putin ha dalla sua già da ora la Cina e i BRICS allargati ad Arabia Saudita e Iran, in particolare, ha vinto o perso?

Lo Stato di diritto e il diritto internazionale, inviolabilità delle frontiere, hanno vinto o perso fin da ora?

Se ci si mette al tavolo con Putin, e lo si dovrà fare, qualcuno pensa ragionevolmente che lui ceda su Donbass e Crimea, per poi essere impiccato dai suoi e dal popolo russo sulla Piazza rossa?

Quindi, la coalizione mondiale pro-Kiev parte totalmente svantaggiata, ben sapendo che l’Ucraina non sarà mai più quella pre-2022.

Morale: l’Occidente ha perso fin da ora tutte le partite importanti, perché il suo famoso ordine mondiale, creatura ideologica prediletta e simbolo del secolo e della Pax americana, è stato brutalmente messo in discussione con l’invasione dell’Ucraina e, per ora, resiste solo grazie al dio dollaro che domina gli scambi internazionali.

Ma, il resto dell’ex impero d’Occidente è esploso in mille frammenti: l’ONU non ha un esercito né una forza internazionale di polizia per far rispettare le sue decisioni, oltretutto e’ il braccio politico di Hamas nella guerra contro Israele, mentre il Global North non ha né sangue né armi né coraggio per liberare Donbas e Crimea.

Quindi, partita chiusa. A prescindere!

Alcuni interpretano il multipolarismo come moltiplicatore di caos, ma è proprio così?

In realtà, i due concetti funzionano come gli ammassi di galassie: l’uno tiene in piedi l’altro gravitazionalmente.

A livello inferiore, c’è caos nel cuore delle stelle e in prossimità dei buchi neri, ma i grandi aggregati galattici si trovano in un sublime equilibrio a scala massima.

E l’Occidente, fin da oggi, deve vedersela con il Global South e la faccenda non sarà per nulla simpatica.

Si ritorna ai rapporti di forza e l’Europa è il ventre molle e disarmato del mondo, vittima predestinata del più forte

A farne le spese sarà il welfare all’europea, perché siamo fin d’ora costretti a riarmarci pesantemente, per scoraggiare i nostri nemici planetari, sapendo che l’America non pagherà più i nostri conti, giustamente e comprensibilmente.

L’immigrazione incontrollata ci ha completamente devastati, mentre India, Cina, Russia e Brasile se ne sono ben guardati dal fare il nostro stesso errore.

Sono chiusi, blindati e furiosamente identitari e sarà bene capire se questo non sia il segreto all’origine del loro successo

Ma, se la Terra è una mela politicamente divisa in due parti asimmetriche, quale sarà la configurazione stabile che andranno assumendo gli ammassi fluidi dell’Occidente e del resto del mondo?

Soprattutto, quale sarà la nuova chiave ideologica che caratterizzerà il Global South, visto che la “nostra”, quella dello Stato di diritto e della superiorità del modello democratico di Governo, sono oggi rifiutati e contestati da più di due terzi del mondo?

La soluzione è in vista: la parola “Diritto” verrà sostituita con “Benessere” quello dei popoli, per intenderci, che vogliono più sicurezza e migliori condizioni di vita.

Questo post lo ha scritto un sostenitore della superiorità dell’occidente, un atlantista ed un grande sostenitore dell’America

Ma questo non mi impedisce di affermare che, purtroppo, siamo in declino.

Mi auguro non irreversibile

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