Un piano per salvare il Natale. Ci risiamo.
Puntuale come i panettoni a novembre nei supermercati, ecco il proclama del novembre 2020 rieditato nel 2021.
Un riciclo di un regalo sgradito potremmo dire. Come nelle migliori tradizioni un ‘pacco’ rifilato senza tanti complimenti a chi non se lo aspettava.
Sappiamo tutti come andò, un anno fa: si chiuse a novembre per salvare il Natale, che poi passammo comunque in zona rossa. Senza pranzo in famiglia e senza potersi muovere. Giuseppi ci prese per il naso ancora una volta.
Un’altra volta
Speranza è sicuramente felice, con i suoi auspici corvini e annessi malauguri.
Ma stavolta non potrà andare come l’anno scorso.
Evitare a ogni costo nuove chiusure deve essere la linea guida.
Cercare di contenere la circolazione del virus, tutto quello che volete, ma lockdown o di nuovo il gioco della strega comanda colore, no grazie.
Con la scusa di fare passare un Natale più sereno non si potrà ancora comprimere i diritti costituzionali dei cittadini, così come prorogare ulteriormente lo stato di emergenza nazionale, ben oltre i limiti prescritti dalla legge.
Draghi non è uno sprovveduto e lo sa benissimo: non può tirare ancora la corda. Nuove restrizioni e nuove regole potrebbero mettere di nuovo in difficoltà tutte le attività e l’economia italiana, stavolta definitivamente.
Per questo il governo guidato da Mario Draghi punta a ‘salvare il Natale‘ attraverso una strategia per evitare una nuova ondata di contagi. Una musica già sentita ma nuova rispetto ad un anno fa, quando, ricordiamolo, di quest’epoca di vaccini non se ne era ancora sentito parlare. Perché c’erano le elezioni in Usa, e l’uscita di un vaccino avrebbe avvantaggiato Trump, che l’aveva preconizzato.
Potere della propaganda. Il lancio del Pfizer avvenne ad urne chiuse. Pare passata un’eternità.
La nuova strategia
La strategia del governo Draghi è basata soprattutto sulle vaccinazioni, come ha spiegato in conferenza stampa il ministro della Salute, Roberto Speranza.
La strategia del governo Draghi si basa su tre punti, secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica.
Il primo è quello di allargare la terza dose agli over 50 nel giro di pochi giorni.
Poi si punta a vaccinare, a partire da dicembre, almeno il 50% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni (che sono in totale 3,3 milioni).
Il terzo punto riguarda la somministrazione della terza dose a tutti gli italiani, passaggio che comunque dovrebbe arrivare solo in un secondo momento, probabilmente dopo febbraio.
Con tutti i distinguo possibile, speriamo che basti. Che la vaccinazione di massa, con i dolorosi effetti collaterali anche fatali che spesso si dimenticano, dimostri la validità della profilassi tanto sbandierata.
Comunque sia, il giochino ‘chiudiamo adesso per stare meglio dopo‘ non può funzionare più.
Perché non è il Natale a dover essere salvato, ma tutti noi.
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